Milano – Per la prima volta le proiezioni statistiche disegnano un calo dei tumori “da amianto” in Lombardia. E’ il Corriere Della Sera a scriverlo. Ma, purtroppo, si tratta di una riduzione minima e molto lenta nel tempo, che secondo le previsioni costerà — prima del 2030 — altri settemila morti di mesotelioma. A occuparsi della strage silenziosa dell’amianto in Lombardia è la rivista scientifica britannica Oem ( Occupational and environmental medicine ), che pochi giorni fa ha pubblicato i risultati dello studio realizzato da un gruppo di ricercatori italiani, quasi tutti in servizio presso il Dipartimento di medicina preventiva del Policlinico. Il team milanese ha analizzato l’intera casistica regionale dei mesoteliomi, cioè i tumori provocati dall’esposizione alle microscopiche e insidiose fibre di amianto, e a partire da questa base statistico-demografica ha elaborato una previsione sul futuro, che si spinge fino alle soglie del 2030, tracciando così una fotografia epidemiologica dei primi trent’anni di questo millennio. Ma a preoccupare ancora di più è il passo successivo della ricerca: la proiezione dei micidiali tumori da amianto in Lombardia fino al 2029. Si stima che in tutta la Lombardia ci siano ancora oltre un milione e 600 mila metri quadrati di superfici contenenti amianto e residui vari in 6.311 siti diversi. Molto lentamente, qualcosa è stato rimosso. Ciclicamente viene varato un “Piano amianto”, che però non ha mai le adeguate coperture finanziarie. Per la politica non è mai un “bel” tema: perché comporta allarme sociale e costi. Molto meglio dimenticarsene. Conclude il Corriere.