CGIL: finanza e servizi (meno pubblici)

CGIL: finanza e servizi (meno pubblici)

Milano – Il 16 aprile alle ore 18 presso la Camera del Lavoro di Milano, Unica Taxi, Filt-CGIL Lombardia hanno invitato Alessandra Algostino, Clara Mattei, Stefano Pippa e Alessandro Volpi a discutere di finanza, diritto, politica e ideologia. Quattro rigorosi studiosi per una critica delle relazioni tra i diversi ambiti che formano la realtà in cui siamo immersi. Modera il giornalista Massimo Alberti. Perché un sindacato di tassisti organizza un incontro proprio su questo tema? Siamo prima di tutto cittadini e lo siamo dentro un contesto che è diventato, a ogni livello, insopportabilmente più iniquo, violento e nemico dell’umanità. Pensiamo che isolare almeno qualcuno dei fili rossi che stanno sotto quel che vediamo possa servire a ragionarci e a prenderne coscienza. Smettere di pensare che tutto deve per forza essere come è. Occorre costruire un differente ordine del discorso. Idee diverse ci sono e noi vorremmo dare il nostro contributo alla loro circolazione. La questione del TPL non di linea (taxi e NCC) occupa ormai da anni l’agenda pubblica ed è tra le più mistificate e peggio rappresentate. Riteniamo necessario collocare la riflessione al suo giusto posto, nel più ampio contesto dell’attacco neoliberale ai servizi pubblici. Esattamente come accade per scuola e sanità. Non una difesa di categoria. Solo la dimostrazione, mai fornita prima, di quanto il discorso sui taxi sia una declinazione locale di retoriche più generali al servizio di interessi di parte, che minacciano i diritti dell’utenza e le condizioni di lavoro del settore. Tornare a politicizzare i fatti economici e sociali è necessario per creare condizioni idonee a estendere, per davvero, pari opportunità a tutti, promessa mancata dell’Illuminismo e dello spirito liberale. Per citare due libri densi di significato, bisogna considerare che L’economia è politica (Clara E. Mattei) se si vuole davvero incidere sul potere che I padroni del mondo (Alessandro Volpi) esercitano a danno della maggior parte degli abitanti del pianeta, tra nuove guerre e distruzione dell’ambiente. Il liberismo autoritario e gli incappucciati della finanza (Federico Caffè) minacciano le democrazie costituzionali. Se è vero che il capitale è una relazione di potere, ora più che mai manifesta la sua incompatibilità con sistemi democratici concepiti proprio per garantire una limitazione di tale potere. All’imperialismo economico non servono democrazie deliberative, ma una logica di mera competizione per la scelta del capo. Malgrado l’enfasi sui diritti dell’individuo, è chiaro quanto l’attuale disgregazione dei legami sociali ci allontani da una libertà intesa come concreta possibilità di affermazione dei singoli in un contesto necessariamente relazionale. La sintesi critica di approcci metodologici diversi ci sembra lo strumento possibile per affrontare una domanda resa urgente dalle conseguenze della crisi sulla tenuta sociale e sul pieno diritto di tutti a una “vita vivibile” (Butler).