Autodemolizione e veicoli fuori uso (VFU): no a regole europee che strangolano il settore
Milano – Veicoli fuori uso (VFU) e mondo dell’autodemolizione alle prese con le novità normative in Europa (come il regolamento ELV End of Life Vehicles): in Confcommercio Milano si è tenuto l’evento “Il futuro della filiera VFU: regole, sfide e dialogo con Bruxelles” organizzato da ADQ, Associazione Demolitori di Qualità con Assomobilità e Confcommercio Mobilità. All’iniziativa – in collegamento o in presenza – hanno partecipato, con i rappresentanti della filiera, numerosi europarlamentari e parlamentari: Isabella Tovaglieri, Luca Squeri, Massimiliano Salini, Pierfrancesco Maran, Silvia Sardone, Mario Mantovani. Gli operatori dell’autodemolizione chiedono che le nuove regole tengano conto di criteri di equità, concorrenza e libertà di impresa, e che la nuova regolamentazione non si trasformi in un ostacolo insormontabile per le attività. In particolare si chiede un sistema EPR (Responsabilità Estesa del Produttore) più equilibrato: che tuteli l’ambiente senza penalizzare gli autodemolitori evitando il rischio che si trasformi in una barriera all’ingresso per i centri di raccolta indipendenti. Concentrando, così, il mercato nelle mani di pochi soggetti a danno delle imprese e dei consumatori. Si chiede la garanzia della libera concorrenza e della libertà d’impresa senza che venga resa obbligatoria la stipula di contratti con i produttori per poter operare nel settore: un’imposizione che favorirebbe pochi soggetti a scapito di altri. Infine, regole chiare e attuabili: senza burocrazia eccessiva che rallenti o ostacoli il lavoro quotidiano delle imprese. La filiera dei veicoli fuori uso (VFU), rappresenta un settore strategico per l’economia circolare del nostro Paese e per la sostenibilità ambientale: un comparto che dà lavoro a migliaia di imprenditori e che contribuisce, con il proprio impegno quotidiano, a garantire il corretto trattamento dei veicoli giunti a fine vita. Il messaggio emerso a Milano dall’iniziativa di ADQ con Assomobilità e Confcommercio Mobilità è chiaro: le regole che l’Europa e l’Italia adotteranno nei prossimi mesi dovranno tutelare il settore, non strangolarlo. “Ribadiamo un principio fondamentale: la regolamentazione del settore dei veicoli fuori uso (VFU) deve garantire equità, concorrenza e libertà di impresa. Le nuove normative europee, se mal calibrate – afferma Ruggiero Delvecchio, presidente di ADQ – rischiano di diventare un ostacolo insormontabile per gli autodemolitori, mettendo a repentaglio l’attività di tante imprese e lavoratori che ogni giorno operano nel rispetto dell’ambiente e della legalità”. “Chiediamo con forza – prosegue Delvecchio – che il sistema EPR (Responsabilità Estesa del Produttore) sia strutturato in modo equilibrato evitando che si trasformi in una barriera all’ingresso per i centri di raccolta indipendenti. Non possiamo accettare un modello europeo che favorisca pochi grandi soggetti a scapito delle realtà imprenditoriali che, da tanti anni, garantiscono un servizio essenziale per la sostenibilità e l’economia circolare del nostro Paese. Non possiamo poi accettare che, per norma, il settore venga di fatto consegnato alle multi-utility controllate dai Comuni, sottraendolo agli operatori privati. Tale scelta rappresenterebbe una violazione del principio costituzionale della sussidiarietà: cioè che Stato ed enti pubblici intervengono solo là dove il privato non sia in grado di operare”. “Gli autodemolitori italiani – conclude il presidente di ADQ – hanno dimostrato di poter gestire questo settore con competenza ed efficienza, nel rispetto delle normative ambientali e della sicurezza. Escluderli significherebbe creare una distorsione del mercato con il rischio di maggiori costi per i cittadini”. “L’equilibrio che gli autodemolitori chiedono nelle norme europee è pienamente condiviso”: così Simonpaolo Buongiardino, presidente Confcommercio Mobilità e Assomobilità. “In questi anni – rileva Buongiardino – è prevalsa in Europa una visione ideologica sull’automotive. Per un comparto che, pur tra le difficoltà crescenti, garantisce milioni di posti lavoro, occorre un approccio graduale e bilanciato nei processi di sostenibilità e transizione energetica adottando tecnologie diverse e non soltanto l’elettrico. In Italia, ma anche in Europa, la quota di veicoli elettrici è ancora molto bassa con un parco auto che rischia di essere sempre più obsoleto”.