OPIT e Docsity: l’IA è già una compagna di banco
Milano – In soli dodici mesi l’effetto ChatGPT è uscito dall’hype per trasformarsi in pratica: sei italiani su dieci (60,8%), tra lavoratori e studenti, dichiarano di aver intensificato sensibilmente l’impiego giornaliero dell’Intelligenza Artificiale, e uno su sei (16,2%) affida ormai agli algoritmi più della metà della propria giornata lavorativa. L’AI non è più un esperimento di nicchia: il 50,7% la utilizza per esplorare il web, il 45,3% per redigere testi – dai report accademici ai post di blog – e l’87% dichiara di guadagnare tempo in misura significativa, segno evidente del motivo per cui l’AI sta scalando rapidamente dalle aule universitarie fino alle sale dei consigli di amministrazione. I dati emergono da una survey di OPIT – Open Institute of Technology, istituzione accademica accreditata a livello europeo, realizzata su un campione di oltre 500 professionisti italiani delle aree business & tech e studenti della community di Docsity, piattaforma da oltre 15 milioni di iscritti. Il 50,7% di studenti e professionisti italiani ricorre all’IA per effettuare ricerche in rete, mentre il 45,3% la sfrutta per redigere testi complessi. Le traduzioni automatiche convincono il 40,5% del panel, spesso integrate nei flussi di content creation, e il 36,5% si affida regolarmente all’IA per sintetizzare o riassumere documenti articolati. L’impatto creativo non si ferma alla parola scritta: il 20,9% del campione utilizza generatori di immagini o video e il 23,6% delega allo strumento intelligente la bozza delle e-mail più impegnative. Quando si indagano gli strumenti preferiti, due terzi dei partecipanti – precisamente il 64,2% – indicano chatbot e assistenti virtuali come interfaccia ideale. Guida la classifica ChatGPT, citato dal 45,3%, seguito da Gemini (17,6%) e Microsoft Copilot (5,4%). I sistemi di traduzione automatica si collocano al secondo posto con il 21,6% degli utenti, mentre le soluzioni di riconoscimento d’immagine o lettura di PDF si attestano all’8,1%. La ricerca mostra inoltre che l’IA occupa uno spazio crescente nelle agende professionali: il 43,2% del campione le dedica almeno un quarto del tempo lavorativo, a testimonianza di un’integrazione sempre più profonda. Non stupisce quindi che il grado di penetrazione percepita dell’AI nel proprio settore raggiunga in media 3,2 punti su 5. Tra i benefici attribuiti alle tecnologie intelligenti, in coda al già citato risparmio di tempo, studenti e lavoratori citano il miglioramento di qualità e precisione (45,9%), il supporto alle decisioni strategiche (30,4%) e la riduzione dei costi operativi (25%). Tuttavia, la corsa all’innovazione non è priva di ostacoli: il 58,1% lamenta scarsa conoscenza degli strumenti; il 47,3% esprime preoccupazioni etiche o legali; il 40,5% teme ricadute occupazionali o resistenze al cambiamento e il 20,9% percepisce ancora elevati costi di implementazione. “I numeri confermano che l’intelligenza artificiale è ormai parte integrante dei processi di studio e di lavoro. Vogliamo però spingerci oltre la semplice adozione tecnologica: stiamo lavorando a linee guida che coniughino efficienza, originalità e responsabilità” – ha commentato Riccardo Ocleppo, fondatore di OPIT. “Attraverso i nostri percorsi di laurea triennale e magistrale, i nostri corsi verticali e programmi di ricerca avviati con le aziende, il nostro obiettivo è creare un ecosistema in cui studenti e professionisti possano diventare i promotori dell’adozione dell’intelligenza artificiale nelle aziende o startup per cui lavorano. L’utilizzo dell’’AI consente di efficientare processi, aumentare competenze, produrre contenuti di qualità e prendere decisioni informate basate su dati. Il tutto va fatto rispettando standard etici chiari e promuovendo un impatto sociale positivo. Con questo slancio puntiamo a coprire una domanda di formazione che al momento in Italia è ancora inevasa, in una modalità smart e di qualità come è la natura di OPIT”. Con due lauree avviate a settembre 2023 – la triennale in Modern Computer Science e la magistrale in Applied Data Science & AI – e altre quattro partite a settembre 2024 (triennale in Digital Business e specialistiche in Enterprise Cybersecurity, Applied Digital Business e Responsible Artificial Intelligence), OPIT offre oggi sei percorsi di laurea interamente online e in lingua inglese. Fondata e diretta da Riccardo Ocleppo, la faculty conta 45 docenti con esperienza internazionale in università e aziende di primo piano – tra cui Amazon, Parlamento Europeo, NASA e Philips – mentre la community supera i 300 studenti provenienti da 78 Paesi e sei continenti, con età media di 35 anni. Il Rettore di OPIT è il Professor Francesco Profumo, ex Ministro dell’Istruzione.