Aumenti in vista per il personale di Comuni, Province e Regioni
Milano – Comuni, Città metropolitane, Province e Regioni potranno sbloccare gli aumenti del fondo accessorio per il personale, superando il tetto legato ai livelli di spesa del 2016. Lo prevede un emendamento dei relatori, inserito nella legge di conversione del decreto Pa e approvato giovedì 17 aprile in Commissione, che consente di incrementare la componente stabile del fondo delle risorse decentrate e le posizioni organizzative fino al 48% del totale della spesa per gli stipendi 2023. Ma questo – ricorda Il Corriere Della Sera – non varrà per tutti. Vediamo perché. Le risorse per finanziare questo aumento di spesa dovranno essere reperite da Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni. L’emendamento infatti non prevede alcuno stanziamento aggiuntivo. Quindi la possibilità di incrementare questa componente sarà legata alla condizione dei bilanci dei singoli enti. In sostanza solo gli enti locali con i conti in ordine potranno garantire gli aumenti ai loro dipendenti. E questo rischia di creare disparità tra le amministrazioni locali, avverte la Fp Cgil. «L’emendamento ha il grande problema di non stanziare un euro in più e aggraverà il divario tra quegli enti che possono permettersi di investire sul personale (pochi) e quelli che non potranno farlo (i più)», scrive il sindacato in una nota. Inoltre, fa sempre notare la Cgil, dalla possibilità di aumento sono escluse Camere di Commercio, Unioni Comunali e tutti gli altri enti del comparto funzioni locali che non siano Comuni, Province e Regioni e «incide sul calcolo delle capacità assunzionali per cui oggi un aumento del salario accessorio determinerà una riduzione della capacità di assumere degli enti». A calcolare l’impatto della nuova norma sui salari dei dipendenti degli enti locali è il Sole 24 Ore, secondo il quale l’aumento fino al 48% farebbe crescere di 1,5 miliardi le retribuzioni del personale non dirigente dei Comuni e di 300 milioni quelle dei dipendenti degli altri enti territoriali. «I dipendenti dei Comuni senza le stellette dirigenziali sono 382 mila, quindi una divisione pro capite produrrebbe un aumento medio di 3.926 euro lordi all’anno, 302 euro per 13 mensilità», scrive il Sole 24 Ore.