Geodis chiude a Carpiano: 95 persone a rischio, sciopero unitario di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti
Milano – Un nuovo attacco all’occupazione nella logistica lombarda. Geodis CL Italia ha annunciato la chiusura del proprio magazzino di Carpiano, mettendo a rischio 95 dipendenti, tra cui 80 operativi di magazzino e 15 impiegati. La decisione arriva in seguito alla dismissione da parte del cliente Amazon, che ha deciso di spostare le attività sul fornitore Ceva Logistics. Una scelta imposta senza confronto e senza tutele, che scarica ancora una volta sulle spalle di chi lavora le conseguenze di decisioni unilaterali dettate esclusivamente dalla logica del profitto. Di fronte a questo scenario, le segreterie regionali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti della Lombardia hanno proclamato congiuntamente uno sciopero unitario, denunciando l’assenza di soluzioni concrete e la totale incertezza sul futuro occupazionale della gran parte del personale. “Siamo pronti a mettere in campo tutte le iniziative necessarie per la difesa dei posti di lavoro – dichiara Adel Desouky, coordinatore Filt Cgil Lombardia – non permetteremo che 95 famiglie vengano abbandonate per l’ennesima operazione che favorisce interessi economici privati a scapito della dignità delle persone.” Le lavoratrici e i lavoratori hanno già avviato presidi davanti ai cancelli del magazzino Geodis a Carpiano, dando inizio a una mobilitazione che continuerà nei prossimi giorni con determinazione e unità. “Non si può trattare il cambio di fornitore come una semplice operazione amministrativa – affermano Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – quando in realtà si sta cancellando il futuro di intere famiglie. Amazon, colosso dai profitti miliardari, non può continuare ad alimentare precarietà e abbandono sociale nei territori in cui opera.” Le tre sigle chiedono un intervento urgente delle istituzioni regionali e locali per aprire un tavolo di confronto e fermare una deriva industriale che colpisce duramente la logistica lombarda. “Non possiamo più accettare – concludono i sindacati – che le multinazionali giochino con le vite delle persone come in un perverso gioco delle tre carte. È ora di dire basta a questa logica dell’abbandono.”