Confcommercio, Istat: cause sfiducia profonde e radicate

Confcommercio, Istat: cause sfiducia profonde e radicate

Roma – “Pessime nuove dal sentiment di consumatori e imprese a marzo. Le famiglie, dopo un bimestre di miglioramento, sono tornate a giudicare la propria situazione, attuale e futura, con un maggior pessimismo”. Queste le parole del direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, commentando i dati Istat di marzo sulla fiducia di consumatori e imprese. “Il deterioramento – ha detto Bella – riguarda diversi aspetti dal contesto generale e personale e, cosa davvero preoccupante, appare di entità molto rilevante: il clima futuro scende di quasi sei punti percentuali. Si allungano, di conseguenza, i tempi del ripristino del funzionamento del circuito redditi (crescenti) e consumi (stagnanti)”. Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi, “il perdurare di una situazione di difficoltà sul versante della domanda interna si riverbera inevitabilmente sulle imprese, soprattutto su quelle della distribuzione più tradizionale e della produzione di beni di consumo”. A suscitare qualche timore è anche il peggioramento della fiducia degli operatori del turismo, settore che negli ultimi anni, anche sulla spinta di una crescita della domanda estera, è stato uno dei più dinamici. Infine, a definire un quadro psicologico negativo c’è l’evidenza che la dimensione mediatica attorno alla questione dei dazi non ha influito. Le imprese della manifattura esportatrice non dichiarano incrementi negli ostacoli alle esportazioni. Quindi, le cause della sfiducia sono più profonde e radicate.