I dazi di Trump e l’attacco alla UE
Milano – Nella sua prima riunione di gabinetto alla Casa Bianca – scrive Il Corriere Della Sera – il presidente americano Donald Trump ha annunciato che i prodotti europei saranno soggetti «a breve» a dazi doganali del 25%. «Abbiamo preso la decisione, e li annunceremo presto, saranno del 25%», ha dichiarato. Sono dazi uguali a quelli imposti, a partire da aprile, sui prodotti canadesi e messicani. Nella stessa occasione Trump ha descritto l’integrazione europea, un progetto incoraggiato da Washington per decenni, come un tentativo di contrastare gli Stati Uniti. «Ascoltate, siamo onesti, l’Unione Europea è stata concepita per fregare gli Stati Uniti», ha dichiarato durante la riunione del governo. «L’Ue reagirà con fermezza e immediatezza contro le barriere ingiustificate al commercio libero ed equo», ha replicato ieri sera un portavoce della Commissione europea, aggiungendo che l’Ue è «pronta a collaborare» se gli Stati Uniti «rispettano le regole» ma proteggerà «i nostri consumatori e le nostre imprese in ogni occasione». «L’Unione europea è il più grande mercato libero del mondo. Ed è stata una manna per gli Stati Uniti. Creando un mercato unico ampio e integrato, l’Ue ha facilitato il commercio, ridotto i costi per gli esportatori statunitensi e armonizzato standard e regolamenti in 27 Paesi. Di conseguenza, gli investimenti statunitensi in Europa sono altamente redditizi» ha aggiunto, ricordando che gli scambi transatlantici di beni e servizi ammontano a «oltre 1,5 trilioni di dollari all’anno» e si tratta della «più grande relazione commerciale e di investimento bilaterale al mondo». «Dovremmo lavorare insieme per preservare queste opportunità per i nostri cittadini e le nostre imprese. Non gli uni contro gli altri» ha concluso. Oltre ad annunciare i dazi Trump ha dato, come fa spesso, cifre false. «Il nostro deficit commerciale con loro è pari a 300 miliardi di dollari» ha dichiarato riferendosi alla Ue. Spiega Giuseppe Sarcina: Il numero corretto è 157 miliardi di dollari (anno 2023, ultimo dato ufficiale disponibile) che diventano 50 miliardi di dollari se si prende in considerazione il settore dei servizi, nel quale sono gli Stati Uniti a beneficiare di un surplus, pari a 107 miliardi, nei confronti della Ue”. Trump ha fatto un riferimento esplicito alle auto europee e quindi il primo bersaglio potrebbe essere la Germania, ma anche i Paesi fornitori dell’industria tedesca, come l’Italia. Ma l’ondata del protezionismo americano si infrangerà contro tutti i settori: dal farmaceutico all’agroindustria. Gli Stati più esposti, naturalmente, sono i maggiori esportatori come Germania e Italia (surplus di 43 miliardi). (…) Nessuno dei ministri presenti alla riunione con Trump ha sollevato obiezioni. Tuttavia a Washington circolano due preoccupazioni. La prima è da tempo oggetto di dibattito: l’importo dei dazi è a carico delle aziende acquirenti americane che lo trasferiranno sui consumatori, aumentando i prezzi e quindi l’inflazione. Il secondo tema è più complessivo: il 62% delle importazioni Usa si concentra su soli tre Paesi più l’Unione europea. Legittimo chiedersi se gli Stati Uniti possano reggere una guerra commerciale simultanea con la Ue (19% di import Usa), il Messico (15%), la Cina (14%), il Canada (14%).