Welfare Italia Index 2024: Lombardia al primo posto
Milano – Nel 2024 la Lombardia si è posizionata al 6° posto della classifica nazionale per efficacia e capacità di risposta del sistema di welfare. Il dato emerge dalle classifiche del “Welfare Italia Index 2024” – strumento di monitoraggio che prende in considerazione gli ambiti di politiche sociali, sanità, previdenza e formazione e consente di identificare, a livello regionale, i punti di forza e le aree di criticità in cui è necessario intervenire – realizzato da “Welfare, Italia”, Think Tank nato su iniziativa del Gruppo Unipol in collaborazione con The European House – Ambrosetti (TEHA). Il Welfare Italia Index viene presentato analiticamente all’interno del Rapporto Annuale del Think Tank “Welfare, Italia”, disponibile sul sito di Welfare Italia. Il Welfare Italia Index è basato su 22 Key Performance Indicator che misurano dimensioni di input (ovvero indicatori di spesa – pubblica e privata – in welfare che raffigurano quante risorse sono allocate in un determinato territorio: ad esempio l’ammontare allocato tramite Fondo Sanitario Nazionale rapportato sul totale della popolazione regionale o l’assegno pensionistico medio mensile degli over 65) e dimensione di output (ovvero indicatori strutturali che rappresentano il contesto socio-economico in cui si inserisce la spesa in welfare: ad esempio il tasso di disoccupazione o la quota di famiglie in povertà). Dall’analisi dei dati emerge che la Lombardia ottiene un punteggio di 76 per gli indicatori di spesa, posizionandosi al 7° posto a livello nazionale, e un punteggio di 74,9 per gli indicatori strutturali, mantenendo il 7° posto. La Regione si distingue per la spesa previdenziale media destinata alla popolazione over 65, collocandosi al primo posto in Italia con 1.615 euro, a fronte di una media nazionale di 1.259 euro. Si distingue, inoltre, per spesa sanitaria privata pro-capite, dove occupa il secondo posto con 732 euro (rispetto ai 604 euro della media nazionale), per contributi sociali riscossi dagli enti di previdenza, che rappresentano il 16% del PIL regionale rispetto al 14,3% della media nazionale e per contributo medio destinato alle forme pensionistiche integrative, pari all’8,4% del reddito medio, a fronte di una media nazionale del 7,8%. La Regione si posiziona 21esima per spesa pubblica destinata ai consumi finali in istruzione e formazione, destinando il 2,4% del PIL regionale (contro il 3,6% della media nazionale) e 20° per spesa pubblica dedicata alle politiche del lavoro, che rappresenta l’1,9% del PIL regionale rispetto al 2,6% della media nazionale. Infine, la Lombardia occupa il 12° posto per spesa media regionale per utente fruitore degli asili nido, con 7.295 euro rispetto alla media nazionale di 8.057 euro. Anche la spesa sanitaria pubblica pro-capite risulta inferiore alla media nazionale: 2.223 euro contro 2.329 euro, un valore che posiziona la Regione al 14°posto della classifica. In riferimento agli indicatori strutturali, la Lombardia si colloca al 3° posto per minor tasso di disoccupazione della popolazione over 15 anni, pari al 4%, ben al di sotto della media nazionale del 7,7%. È al 6° posto per minor tasso di dispersione scolastica e al 5° per giovani NEET (Not in Education, Employment or Training), con l’11,5% dei giovani tra i 15 e i 34 anni che non studiano né lavorano, rispetto al 18% della media nazionale. La Regione occupa il 5° posto anche per numero di pensionati ogni 100 abitanti (26,2 rispetto ai 26,7 della media nazionale) e il 6° per tasso di partecipazione a forme pensionistiche complementari, con il 40,4% dei lavoratori che aderisce a forme pensionistiche integrative, contro una media nazionale del 36,9%. Inoltre, la Lombardia si posiziona all’11° posto per disponibilità di posti in asili nido autorizzati ogni 100 bambini (29,6 rispetto alla media nazionale del 26,1) e in 4° posizione per minor incidenza della povertà relativa familiare, che si attesta al 5,3%, significativamente inferiore al 10,1% della media nazionale. Infine, la Lombardia è al 9° posto per efficacia, efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria e al 5° per lo stato di salute della popolazione.