Zangrillo: BIM essenziale per il settore edile
Roma – «La digitalizzazione rappresenta un’opportunità per migliorare la trasparenza e l’accessibilità dei servizi pubblici, consentendo agli utenti di interagire in modo sempre più efficace con le istituzioni. In questo contesto, il nuovo codice dei contratti pubblici rappresenta una “rivoluzione” nella gestione degli appalti e degli acquisti nella pubblica amministrazione». Così il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, intervenendo all’incontro “BIM: la pubblica amministrazione alla prova della digitalizzazione” che si è svolto questa mattina nella sala Giannini del Dipartimento della funzione pubblica. L’evento è stato l’occasione per dibattere sul ruolo chiave che la digitalizzazione ha assunto per l’ottimizzazione dell’operatività delle stazioni appaltanti. L’utilizzo del Building Information Modelling (BIM) è diventato obbligatorio dal 1° gennaio 2025 su appalti con importo a base di gara superiore a due milioni di euro. In questa prospettiva, il BIM rappresenta uno degli strumenti fondamentali per assicurare l’efficientamento della progettazione e della manutenzione delle opere pubbliche. Come spiega il titolare di Palazzo Vidoni si tratta di «una svolta epocale per il settore edile italiano, che si avvia verso una digitalizzazione completa dei processi progettuali e costruttivi. Il BIM rappresenta, senza ombra di dubbio, una sfida che occorre vincere rafforzando le professionalità delle pubbliche amministrazioni». Durante l’incontro è stato presentato il primo corso base di alfabetizzazione sul BIM che il Dipartimento della funzione pubblica, in collaborazione con ANCE (Associazione nazionale costruttori edili), offre a tutti i dipendenti pubblici «per prepararli alla “rivoluzione” che si sta compiendo, puntando sul rafforzamento delle loro competenze», ha aggiunto il ministro. Il corso sarà disponibile su Syllabus, il portale del Dipartimento della funzione pubblica, volto a rafforzare le competenze dei dipendenti pubblici e supportare i processi di innovazione delle amministrazioni, a partire da quelli relativi alla transizione digitale, ecologica e amministrativa. «La formazione è una delle leve strategiche sulla quale dobbiamo continuare a investire in modo costante fornendo alle nostre persone modalità e contenuti sempre più aggiornati. Con l’ultima direttiva emanata poche settimane fa, abbiamo previsto che la formazione rappresenti un obiettivo di performance, concreto e misurabile, da garantire con una quota di almeno 40 ore di formazione pro-capite annue», ha poi concluso Zangrillo.