Milano – I salari reali nel terziario – scrive Il Corriere Della Sera – sono crollati: -8% dal 2022. Ma nel solo segmento del commercio i numeri fanno ancora più paura: -15%. In controtendenza la produttività del lavoro, che registra un +16,3%. In sostanza, la produttività del lavoro del commercio è cresciuta 5 volte di più della media degli altri settori. Ma quanta di questa ricchezza viene redistribuita, si chiede Uiltucs, la Uil del terziario che sottoscrive i contratti collettivi di commercio, turismo e servizi in Italia? La risposta è netta: zero. Analizzando i dati Istat e Eurostat, il sindacato ha potuto presentare il 21 novembre a Roma una ricerca in cui «si può dedurre che, nonostante la pandemia e le sue conseguenze, le imprese hanno accumulato utili enormi», commenta il segretario generale Uiltucs Paolo Andreani, e «quasi nulla di questi utili è stato reinvestito, contribuendo alla spirale inflattiva e alla stagnazione dell’economia del Paese». Ma non è finita qui: questo scenario si somma alla situazione sconfortante dei salari nazionali, con il crollo del potere d’acquisto che getta la maggioranza dei lavoratori del settore in una situazione di povertà.L’erosione del potere d’acquisto, poi, è stata ancora più grave nel terziario, dove i salari sono arretrati dell’11,4% rispetto all’indice Ipca-Nei, e del 13,5% rispetto all’inflazione reale rilevata dall’indice Nic dei prezzi al consumo.