Roma – A poche settimane dall’ultimo rilascio dei dati sul PNRR pubblicati sul portale governativo Italia Domani la Fondazione Openpolis, con il supporto dell’Osservatorio Civico PNRR e della campagna Dati Bene Comune, invia un’altra richiesta di accesso agli atti al Governo per chiedere ancora una volta trasparenza sullo stato di avanzamento effettivo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Infatti, nonostante alcuni passi in avanti a cui si è assistito negli ultimi mesi, a oggi non è ancora possibile conoscere nel dettaglio il livello di spesa già sostenuta per ogni progetto finanziato con i fondi del PNRR. Si tratta di una mancanza di trasparenza inaccettabile perché senza questi dati è impossibile comprendere quale sia il reale grado di realizzazione delle diverse opere e, di conseguenza, monitorare e valutare compiutamente il piano di investimenti.
Lo scorso aprile era stata inviata la quarta richiesta di accesso generalizzato agli atti (FOIA) in due anni, con la quale si chiedeva la pubblicazione dei dati sull’avanzamento della spesa, che in base agli aggiornamenti più recenti disponibili ammonta a 51,4 miliardi, appena il 26% dei finanziamenti assegnati all’Italia. Al FOIA di aprile la ragioneria generale dello Stato, in capo al Ministero dell’Economia e delle finanze, aveva risposto con una rassicurazione chiara, evidenziando come i relativi dataset open sarebbero stati pubblicati entro luglio.
Tuttavia, i dati rilasciati poco più di un mese fa mostrano l’avanzamento della spesa per le misure del piano ma non per i progetti. Questo dimostra che i dati di dettaglio sono in possesso dell’esecutivo ma non vengono pubblicati per una scelta politica, contravvenendo agli obblighi di pubblicazione e aggiornamento dei dati sulla spesa dei progetti previsti dallo stesso Decreto PNRR quater, diventato legge lo scorso aprile.
Si tratta di un grave vuoto informativo e a una mancanza di trasparenza inaccettabile, che impediscono una soddisfacente attività di monitoraggio civico da parte della società civile, degli addetti ai lavori e dei media, oltre che lasciare le comunità, le amministrazioni locali e le imprese in una condizione di grave incertezza.