ATM vuole assumere 400 autisti entro il 2025
Milano – Il countdown è iniziato: entro il primo trimestre del 2025 Atm, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico a Milano per conto del Comune – scrive Il Corriere Della Sera – avrà colmato la carenza di autisti sorta dopo il Covid. «Una carenza — ha spiegato il direttore generale di Atm, Arrigo Giana, convocato in una commissione congiunta Enti partecipati e Lavoro a Palazzo Marino dal presidente Marco Bestetti (FdI) — che colpisce tutto il settore in tutta Europa, dove gli autisti che mancano sono 100 mila. In Italia invece ne mancano in tutto 10 mila, in Atm siamo a 300 in meno rispetto al previsto: non siamo riusciti a coprire il turn over di pensionamenti e dimissioni». Dei tremila curricula che la partecipata ha ricevuto dall’inizio dell’anno — da quando ha iniziato «straordinarie azioni di rectruitment», tra cui gli stand nei centri commerciali — ne sono stati selezionati 500. «In molti lasciano il curriculum vitae ma poi si dicono non interessati. Anche perché — ha sottolineato Giana — questo è un lavoro considerato meno attraente visti i ritmi di prestazione diversi dal mainstream del 90% delle persone. A Natale si lavora e nel weekend non si può andare via con gli amici. Tuttavia, i 500 candidati che abbiamo selezionato hanno già iniziato un percorso di formazione in azienda». Di questi, 400 diventeranno conducenti (80 sono già stati introdotti in azienda e al momento stanno «prendendo confidenza» con il lavoro, per esempio come controllori o customer care) mentre gli altri cento saranno impiegati in altre mansioni (amministrative e tecniche). Per supplire alla poca attrattività della professione, Atm ha messo in campo una serie di provvedimenti per far avvicinare i più giovani. «Stiamo investendo circa un milione di euro, che dovremmo cominciare a considerare fisiologico nel nostro bilancio, per offrire patente e abilitazione professionale, oltre che un contributo per l’affitto nei primi mesi, di circa 3 mila euro per chiunque venga da fuori la Città Metropolitana, per diminuire il rischio di perdere queste persone durante il percorso, perché c’è chi inizia e poi lascia», ha aggiunto il dg. Ma è soprattutto la questione salariale a disincentivare le candidature. «Le organizzazioni sindacali nel rinnovo del contratto nazionale hanno richiesto un incremento del 18% medio delle retribuzioni. Considerate — ha aggiunto Giana — che per Atm il costo del lavoro adesso è circa 500 milioni di euro. Fate voi i conti di cosa possa pesare per quella che è storicamente la più solida delle aziende italiane, quindi immaginatevi per il settore cosa vuole dire a parità di risorse». Per Giana, il problema del contratto nazionale (e dei salari) dei lavoratori Atm, è un problema di risorse «a monte» visto che «il settore è finanziato dal Fondo Nazionale Trasporti: le associazioni di categoria datoriali che trattano su quel tavolo con le organizzazioni sindacali hanno chiaramente chiesto un adeguamento delle risorse, perché questa dinamica dei costi si è legata ad una dinamica delle risorse che in realtà non segue», soprattutto «considerato che noi non abbiamo marginalità da contrarre e quindi non c’è uno spazio di contrazione delle marginalità che consente di rimanere in equilibrio recuperando i costi»