Due è duemila volte uno. Insieme contro il pregiudizio che frena lo sviluppo
Milano – Una tavola rotonda, quella odierna, per mettere a confronto Formazione Professionale, Scuola, Istituzioni, Università, Imprenditori, contro il pregiudizio, che impedisce di leggere in modo corretto la ricchezza e i grandi risultati della proposta professionalizzante. La filiera professionalizzante – che in altri paesi comparabili con il nostro, arriva a coinvolgere il 40% della leva scolastica, in Italia non riesce a svilupparsi se non nella nostra regione. La Lombardia infatti – territorio dove l’offerta formativa di qualità risulta essere presente e sostenuta da Regione Lombardia da diversi anni – coinvolge in alcuni percorsi quasi il 50% di tutta l’offerta presente sul territorio nazionale (ad esempio nel sistema Duale nell’apprendistato di primo livello, le attività realizzate in forte collaborazione con le aziende). Nonostante questo, anche nella nostra regione la leva scolastica che sceglie questa via arriva a circa il 20% del totale dei giovani – percentuale che, grazie alla sperimentazione del 4+2 si potrà sviluppare ulteriormente anche agendo positivamente su uno dei principali freni per lo sviluppo del sistema imprese: la mancanza di personale formato, e nel contempo non disperdere importanti e soddisfacenti opportunità ai lavoratori. La sperimentazione “Valditara 4+2” che già dall’annualità 2024/25 sarà una realtà significativa in Regione Lombardia, coinvolge 104 percorsi nella IeFP regionale (che già genera per gli oltre 60mila studenti, a 3 anni dal titolo di studio, un’occupazione del 71% – fonte: Il Sole24 del 18 aprile 2023 ore sulla base del Rapporto INAPP) e 17 nella scuola professionale tecnica sia statale che paritaria. Insieme contro il pregiudizio che spesso affonda le radici nella mancanza di conoscenza da parte dei giovani e delle famiglie, del livello della formazione professionale e della filiera formativa che ora – finalmente collegata con gli ITS genera delle straordinarie opportunità di crescita culturale e personale immediatamente applicabili ad una professione e ad un percorso di soddisfazione lavorativa e personale che oggi non preclude nulla a chi la sceglie. “C’è bisogno” – dice Diego Montrone Presidente di Galdus – “di presentare ai giovani – e in modo corretto – le opportunità e le professioni che esistono ed esisteranno nei vari settori professionali esistenti. Possibilmente devono poter sperimentare e incontrare il numero maggiore di professioni facendosele raccontare da chi le conosce oppure “provandoli” (ad esempio nei laboratori) per meglio comprendere le attività, spesso astratte di orientamento e nel contempo lavorare sui criteri che devono essere considerati prima di una scelta scolastica o professionale. Proprio questo scopo, da settembre e in collaborazione con oltre 100 imprenditori e imprese e altrettante scuole e centri di formazione professionale – nascerà un luogo fisico per far conoscere e sperimentare ai giovani e agli insegnanti la ricchezza della proposta professionalizzante delle filiere regionali”. Nel suo intervento, Simona Tironi, Assessore alla formazione e lavoro di Regione Lombardia, spiega: “Sono entusiasta di vedere l’impegno e la collaborazione tra diverse istituzioni e settori per promuovere la formazione professionale. È cruciale eliminare i pregiudizi che ostacolano il pieno sviluppo di questa importante filiera
educativa. La sperimentazione “4+2” è un passo avanti significativo e sono fiduciosa che porterà a risultati positivi per i nostri ragazzi e le imprese della nostra regione. Continueremo a lavorare duramente per garantire che ogni giovane abbia accesso ad un’istruzione professionale di qualità ed opportunità di lavoro soddisfacenti.” Tommaso Agasisti aggiunge: “Il Paese ha un serio problema di povertà educativa legato al livello di studi e di competenze di base; il settore della IeFP può portare un contributo a tutto il sistema: non si tratta di un contributo di nicchia, ma di un valore aggiunto a tutto il complesso dell’istruzione e formazione.” Secondo Luigi Ballerini “esiste ancora un forte pregiudizio secondo il quale le scuole sarebbero considerate di serie A, B e C, con la formazione professionale all’ultimo posto della graduatoria. Tale pregiudizio induce una scelta “in negativo”: se uno studente non è “da liceo” allora potrebbe pensare al tecnico, e se non è neanche “da tecnico” solo allora si apre la possibilità della formazione professionale. Occorre, soprattutto da parte dei genitori e dei docenti della scuola secondaria di primo grado, superare gli stereotipi secondo cui esisterebbero scuole dove si studia di più e altre dove si studia di meno, per considerare invece che esistono diversi modi di studiare, adatti per i diversi tipi di studenti. Non quindi una scuola “giusta” in assoluto, sulla carta, ma la scuola giusta per ogni singola studentessa e ogni singolo studente in accordo con la sua attitudine di studio, la sua disponibilità, le inclinazioni e i desideri. La stessa posizione vale anche per la scelta post-diploma e per le filiere ITS.”