Milano – Il Laboratorio Giovani 2.0 della CISL Lombardia mette per la prima volta a confronto in una “roundtable” i rappresentanti dei giovani di CISL, CGIL, UIL, Confindustria, Coldiretti e ACLI. A rispondere alla domanda del talk, “Chi rappresenta i giovani in Lombardia?”, il coordinatore del Laboratorio Giovani 2.0 CISL Lombardia, Giorgio Bonassi, Jacopo Moschini, presidente Giovani imprenditori Confindustria Lombardia, Dario Crippa, responsabile politiche sociali e comunicazione CGIL, Diego Remelli, delegato Coldiretti Giovani Impresa, Adriano Gnani, responsabile UIL Giovani Lombardia e Vittorio Artoni, responsabile servizio civile e area giovani ACLI Lombardia. “Partendo dalla consapevolezza che i giovani under 35 associati alla Cisl in Lombardia sono oltre 65mila – spiega Bonassi – vogliamo confrontarci sui temi della partecipazione, della rappresentanza e del sentirsi ascoltati e capiti all’interno del mondo sindacale, datoriale, dell’associazionismo e in generale nella comunità. Nel nostro Laboratorio Giovani vogliamo quindi metterci in ascolto dei bisogni espressi e inespressi dei giovani lavoratori e lavoratrici. Per farlo stiamo predisponendo – grazie al nostro centro studi Bibliolavoro – un questionario molto dettagliato sui problemi e sulle aspettative nel mondo del lavoro, della famiglia, della scuola e del mondo che ci aspetta. In questo lavoro non vogliamo confrontarci solo al nostro interno, ma guardare anche ad altre realtà più o meno simili alla nostra e ampliare lo sguardo. Ecco perché abbiamo invitato CGIL, UIL, Confindustria, Coldiretti e ACLI. Ne è uscito un dibattito ricco di riflessioni condivise, una visione del mondo non così diversa e alcuni temi su cui vogliamo collaborare, ognuno col suo punto di vista, tra cui il mismatch tra domanda e offerta, il fenomeno dei NEET, la formazione, la sostenibilità. Oggi abbiamo gettato un seme che vogliamo far germogliare e crescere insieme ai nostri “compagni di viaggio””. A concludere la sessione, Ugo Duci, segretario generale CISL Lombardia: “Dopo avervi ascoltato posso dire che le nostre associazioni sono in buone mani e hanno certamente un futuro. E’ un’esperienza che non può restare unica e che spero possa essere allargata anche a tutte le altre associazioni datoriali lombarde. Credo che il confronto tra i nostri giovani sia fondamentale per lavorare alla condivisione di valori, a partire da quelli della nostra Costituzione. E una volta tanto, noi “vecchi del mestiere” faremmo bene a metterci in ascolto. La partecipazione di giovani e ragazzi nel mondo associativo ci mette tutti al riparo dal rischio di perdita di democrazia”.