Il 2 dicembre si fermano per 24 ore i dipendenti di Swissport a Linate
Milano – Swissport si vanta di essere il colosso mondiale dei servizi aeroportuali a terra. Sulla base di quanto affermato, opera in circa trecento aeroporti in tutto il mondo. Sarà forse per questo che i lavoratori del trecentounesimo scalo acquisito, Linate, non vengono presi in considerazione per il riconoscimento della giusta paga del settore, elemento invece comune a tutti gli altri handler operanti a Milano. Ciò si traduce in un salario più basso (del 15/20%) e norme meno tutelanti, che si traducono soprattutto in meno giorni di recupero fisiologico (ROL) rispetto a chi svolge lo stesso medesimo lavoro in Aziende come Aviapartner e Airport Handling, che forse non arrivano all’epico gigantismo di Swissport, ma che tuttavia rispettano il contesto sociale-lavorativo del nostro Paese riconoscendo ai propri dipendenti la giusta retribuzione. In altri settori, ad esempio il TPL, la dimensione dell’azienda è sinonimo di stabilità e coerenza contrattuale, elementi questi virtuosi rispetto alla frammentazione del comparto, in questo caso la regola non vale. Swissport si comporta come un elefante nella cristalleria dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori: rompe tutto consapevolmente, calpestando diritti minimi che sono il denominatore comune del settore che, contestualmente, viene precipitato dentro la logica del massimo ribasso e del conseguente dumping sociale. Così facendo Swissport, il colosso globale, si mette allo stesso livello dell’ultimo degli (im)prenditori locali che in passato, a Linate, ha tentato la stessa sleale strada (venendo respinto dalla mobilitazione). Lo sciopero di 24 ore proclamato per il 2 dicembre a Linate da FILT-CGIL e FIT-CISL pone delle richieste precise: ripristinare la giusta retribuzione e i diritti propri del settore attraverso l’applicazione del CCNL degli handler, ma anche entrare nel merito di temi che impediscono una benché minima conciliazione vita-lavoro, in particolar modo dei nuclei familiari, se non verrà modificata l’attuale imposizione sulle ferie “estive”, che ne prevede lo smaltimento in periodi primaverili/autunnali (maggio-ottobre) di piena frequentazione scolastica dei figli, nonché la gestione della vita quotidiana, soffocata da turni e riposi comunicati con un anticipo che, assieme all’impegno orario richiesto dai turni (24/7), rende impraticabile qualunque impegno in ambito di vita privata. Dichiara Angelo Piccirillo Segretario Generale Filt Cgil Milano: “Il cortocircuito del dumping che si abbatte sul trasporto aereo chiama in causa ITA, azienda ancora statale, che sceglie il grande colosso mondiale noncurante del dumping che abbatte sull’intero sistema e disinteressata a tutelare quel personale che da cittadino ha contribuito al salvataggio della compagnia per essere poi, da lavoratore, calpestato. Di aziende che non portano lavoro, abbassano gli stipendi e, attraverso il dumping salariale, applicano fenomeni distorsivi della concorrenza al mercato del trasporto aereo avremmo potuto trovarne anche in Italia, non serviva certo che arrivasse il colosso mondiale”.