Goldman Sachs approda alla City di Milano

Milano – La Brexit lascia il segno. La necessità di trasferire personale e uffici in altri Paesi europei a causa dell’uscita del Regno Unito dalla Ue e delle inevitabili complicazioni normative sorte di conseguenza ha senz’altro rappresentato un’ottima opportunità di sviluppo per molte città del Continente della quale Milano – indicata in prima battuta come una delle piazze più indicate – ha per la verità approfittato soltanto in minima parte. Qualcosa sembra però essere cambiato negli ultimi tempi – scrive Il Sole 24 Ore – e il vento pare finalmente spirare a favore di Piazza Affari. L’ultima «big» del settore a guardarvi con interesse è Goldman Sachs, che starebbe spostando a Milano parte del desk londinese di trading sugli swap in euro. A riferirlo è l’agenzia Bloomberg, che cita persone a conoscenza della situazione secondo le quali il trasferimento dovrebbe avvenire all’inizio del prossimo anno e comporterebbe da parte di Goldman Sachs (che non ha commentato le voci) l’assunzione di personale locale.  L’azione del colosso Usa, che al momento può contare già su circa 80 dipendenti nella sede milanese, non è del tutto isolata e segue anzi l’esempio recente fornito da altri attori di primo piano dell’industria degli investimenti. Sempre Bloomberg ricorda come JpMorgan Chase impieghi circa 200 dipendenti nel nostro Paese e stia per inserire nove nuove figure, tra le quali due direttori esecutivi destinati alla consulenza sui prestiti e sulla gestione patrimoniale. Anche Citigroup si sta allargando in Italia dal 2018 proprio come conseguenza della Brexit e al momento impiega circa 230 persone entro i confini del nostro Paese. Al di fuori del mondo delle banche di investimento, ma sempre in ambito finanziario, Euronext ha inoltre aperto lo scorso giugno un centro dati a Bergamo, trasferendolo da Basildon, sede nei pressi di Londra. Le agevolazioni fiscali (l’Italia consente ai nuovi residenti di pagare un’aliquota forfettaria di 100.000 euro sui profitti realizzati all’estero o di non versare tasse fino al 70% del reddito) sembrerebbero una delle chiavi del rinnovato interesse verso Milano, anche per favorire il ritorno di molti degli stessi operatori italiani che continuano a lavorare da Londra. Nomura, che intende svilupparsi nel nostro Paese ha proprio di recente assunto Elena Agosti, con un passato in Goldman Sachs e JpMorgan per la gestione di un desk tutto al femminile a Milano. Certo, secondo le indicazioni di Vali Analytics, nonostante la diaspora ancora il 78% dei trader europei sul reddito fisso opera da Londra rispetto all’85% di cinque anni fa. Parigi, che segue al secondo posto, si deve accontentare del 14%: i margini di miglioramento (per Milano e per le altre) non mancano di sicuro.