Roma – Flop assunzioni nella scuola: dopo l’allarme dei sindacati, è il ministero dell’Istruzione a confermarlo con la pubblicazione dei primi dati ufficiali. Quindi, con ben tre procedure concorsuali (ordinaria, straordinaria bis) e a fronte di un contingente di 94.130 posti ne sono stati assegnati 41359, di cui 14.642 sono contratti a tempo determinato che saranno trasformati in assunzioni effettive solo al termine degli specifici percorsi che si completeranno per il prossimo anno scolastico. Come se non bastasse, 9.056 assunzioni vengono dalle graduatorie dello scorso anno e, dunque, senza di esse il dato sarebbe ancora più basso. Duro il giudizio della Flc Cgil, secondo cui “gli annunci del ministro Bianchi si scontrano con la realtà di una riforma del reclutamento definita nel Pnrr e mai partita, con corsi abilitanti che ancora sono una chimera, errori clamorosi nei quiz del concorso ordinario e meno della metà dei posti disponibili coperti da effettive assunzioni a tempo indeterminato”. Il risultato di questo caos – nonostante l’impegno profuso da uffici scolastici, scuole e commissioni per le tre procedure concorsuali avviate – è che la scuola parte ancora con orari a scartamento ridotto e troppe classi scoperte. Per la Flc Cgil l’unico modo per provare a risolvere in tempi rapidi una situazione che mette seriamente in discussione il diritto allo studio per tante ragazze e ragazzi – e crea confusione e incertezza tra lavoratrici e lavoratori – è seguire le proposte dei sindacati, vale a dire “avviare procedure abilitanti per i precari con tre anni di servizio e meccanismi di assunzione veloci e funzionali da una graduatoria ad hoc”, che sono le uniche strade “percorribili per azzerare l’abuso del precariato”. Questo nell’immediato. Per il futuro, per il sindacato della conoscenza della Cgil serve una “riforma del sistema di reclutamento che metta al centro la formazione in ingresso, con corsi abilitanti gestiti in collaborazione da scuola e università collegati a meccanismi di accesso al ruolo, in modo da evitare che si creino nuove sacche di precariato”. Quindi, “la priorità nell’accesso va garantita ai docenti precari con tre anni di servizio e, parallelamente, al personale di ruolo su altro grado-classe di concorso, che aspetta da anni corsi abilitanti specifici”.