Corte Ue: non si rifiuta contratto di lavoro per orientamento sessuale

Bruxelles – L’orientamento sessuale non può essere un motivo per rifiutare di stipulare un contratto con un lavoratore autonomo. E’ la conclusione dell’avvocato generale della Corte di Giustizia dell’Ue Tamara Capeta, in una causa che deriva dal contenzioso tra un lavoratore autonomo e la tv pubblica della Polonia. L’uomo aveva lavorato per la tv per sette anni con contratti di breve durata, in successione. Quando, nel dicembre 2017, ha pubblicato su YouTube un video con il suo compagno che promuoveva la tolleranza nei confronti delle coppie omosessuali, l’emittente ha rifiutato di rinnovargli il contratto, rescindendo quello in vigore. Ritenendo che il motivo del mancato rinnovo fosse il suo orientamento sessuale, l’uomo si è rivolto al Tribunale di Varsavia, il quale ha chiesto alla Corte dei chiarimenti sulla direttiva quadro per la parità di trattamento in materia di occupazione. Per l’avvocato generale, la libertà di scegliere una parte contraente nel contratto non può essere invocata per giustificare una discriminazione fondata sull’orientamento sessuale. La direttiva, chiarisce l’avvocato, copre tutte le forme di lavoro, sia dipendente che autonomo. Le conclusioni dell’avvocato generale non sono vincolanti per la Corte, ma forniscono una possibile soluzione giuridica alla causa.