Ecco perché I lavoratori della vigilanza privata e dei servizi di sicurezza saranno in presidio davanti alla prefettura di Milano lunedì 25 luglio a partire dalle 10.
“La situazione dei lavoratori della vigilanza, che nella sola Lombardia sono più di 20.000 è drammatica e a peggiorare una condizione già gravata da salari lontani dal poter essere considerati dignitosi ci sono le complesse condizioni lavorative alle quali sono sottoposti molti addetti, costretti a subire turni e orari improponibili pur di avere uno stipendio nemmeno dignitoso. Sono molto coloro che sono sottoposti a flessibilità e reperibilità costante da parte dei propri datori di lavoro, che non di rado comunicano cambiamenti di turno con un anticipo di poche ore, spesso il giorno stesso e a turno già iniziato. Non è ammissibile che nel nostro Paese ci siano così tanti lavoratori con contratti collettivi spesso scaduti da anni e che pur lavorando sono poveri. La domanda ci sorge spontanea: ma possiamo realmente ancora definirci un Paese civile?”.
FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS denunciano “una situazione drammatica in cui versa il settore e lo stato di sofferenza e di profondo disagio dei lavoratori e delle lavoratrici che da ben sette anni senza un aumento salariale, con stipendi insufficienti, di fronte alla costante violazione delle norme di legge e dei contratti anche in tema di salute e sicurezza e alla cronica carenza di tutele adeguate rispetto all’evoluzione del settore”.
Problemi che vanno letti nel contesto già fortemente difficile di un’attività basata su contratti di appalto pubblici e privati, in cui la mancata definizione di norme adeguate alla tutela della professionalità e dell’occupazione espone migliaia di persone alla mera logica del massimo ribasso.
“Da evidenziare poi – aggiungono le categorie sindacali – il colpevole silenzio delle istituzioni che non esercitano la funzione di controllo e intervento loro assegnata dalle norme vigenti, comportamento ancor più inaccettabile se riferito a lavoratori e lavoratrici che quotidianamente garantiscono la sicurezza privata e pubblica, come ampiamente dimostrato dal lodevole impegno espresso durante l’intera fase emergenziale sanitaria, spesso facendosi carico di compiti impropri in nome dell’interesse generale. È ora di agire le persone non sono numeri e come tali hanno bisogno di risposte!”.