Energia, Maschiocchi (Confcommercio): serve una riforma complessiva degli oneri di sistema

Roma – Per fare il quadro della situazione caro energia, Confcommercio ha dato voce al responsabile Settori Ambiente, Utilities e Sicurezza sul lavoro di Confcommercio, Pierpaolo Masciocchi, per capire quali gli interventi più urgenti. “Ci sono sicuramente interventi del governo che vanno nella direzione giusta. I contributi straordinari, sotto forma di crediti d’imposta, a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti dalle imprese non “energivore” e non “gasivore” per l’acquisto della componente energetica, sono senz’altro misure positive, considerate le difficoltà che stanno vivendo le aziende a causa dell’incremento incontrollato dei valori delle materie prime energetiche. Altrettanto significativo è stato l’annullamento temporaneo degli oneri di sistema deciso dal governo e gli interventi provvisori sulla fiscalità energetica (limitatamente al gas), che hanno consentito di alleggerire sensibilmente le bollette. Vanno accolte certamente con favore le ultime iniziative del governo sul tema energia – quale, ad esempio, l’impegno del governo nel sostenere a livello europeo la proposta di introdurre un cap al prezzo del gas – ma riteniamo che siano ancora insufficienti a contrastare pienamente i costanti rincari della componente energia che continuano a pesare notevolmente sui conti delle imprese. Riteniamo che, proprio alla luce dei numeri di cui parlavamo prima, si può e si deve fare di più. Noi crediamo che la gravità della crisi in atto e le violente conseguenze sul tessuto economico e produttivo italiano, richiedano un rafforzamento ulteriore dei crediti d’imposta introdotti dal governo. Riteniamo necessario un incremento, adeguato e sostenibile, della percentuale dei crediti d’imposta, rendendo anche più inclusivo ed equo il perimetro soggettivo dei beneficiari per quanto concerne l’energia elettrica, estendendolo anche agli esercenti arti e professioni ed eliminando il presupposto di accesso, rappresentato dalla potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW, che, di fatto, limita la possibilità per numerose categorie di soggetti di usufruire del beneficio fiscale. Crediamo inoltre che l’ampliamento del perimetro soggettivo del credito d’imposta deve essere accompagnato anche da un meccanismo automatizzato di proroga del beneficio medesimo in caso di permanenza di una situazione di criticità dei prezzi energetici. E’ necessario infine prorogare anche l’annullamento e/o riduzione degli oneri generali di sistema anche per il terzo e quarto trimestre del 2022, in quanto tale misura si è dimostrata utile a controbilanciare il peso crescente della componente energia nelle bollette di famiglie e imprese. Il decreto legge 1 marzo 2022, n. 17, dispone l’annullamento/riduzione degli oneri generali di sistema soltanto per il secondo trimestre di quest’anno. Per noi sono queste le misure di immediata attuazione per proteggere le imprese dal “conto salato” delle forniture di elettricità e gas. Occorre certamente una riforma complessiva e duratura degli oneri generali di sistema valutando un loro eventuale integrale trasferimento alla fiscalità generale oppure una loro parziale copertura attraverso i proventi delle aste ETS. Bisogna poi intervenire sul tema della fiscalità energetica, riducendo l’Iva e comprimendo, in misura sostenibile, e nei limiti consentiti dalla normativa europea, il peso delle accise. In prospettiva, nell’ottica di ridurre i costi delle forniture di energia, è importante tener presente le indicazioni provenienti dall’Europa, in particolare, capire lo sforzo ulteriore che la Commissione europea ci chiede su efficienza energetica e rinnovabili nel recente piano “Repower EU”. Una delle indicazioni principali, nella crisi che stiamo vivendo, è senza dubbio quella di dare impulso agli investimenti per il miglioramento delle performance energetiche degli edifici, favorendo, anche con misure fiscali specifiche, gli audit energetici nelle imprese. La Commissione europea intende, inoltre, dare impulso alla diffusione degli impianti solari, prevedendo di raddoppiare in Europa la capacità solare fotovoltaica entro il 2025 e installare 600 GW complessivi entro il 2030. L’introduzione di misure per accelerare la diffusione di tali impianti lungo tutto il territorio nazionale potrebbe favorire la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, riducendo i costi dell’energia per famiglie e imprese, oltreché accelerare la costituzione delle “comunità energetiche”.