Lavoro minorile: 160 milioni i giovani sfruttati nel mondo

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Lavoro minorile: 160 milioni i giovani sfruttati nel mondo

Roma – Oggi è la Giornata Mondiale Contro lo sfruttamento del lavoro minorile, indetta nel 2002 per incentrare l’attenzione del pianeta su una piaga sociale ancora troppo grande. Secondo le stime dell’OIL, l’Organizzazione internazionale del lavoro, un bambino su 10 in tutto il mondo, tra i 5 e i 17 anni, è costretto a lavorare, per un totale di 160 milioni di minori. La maggior parte vivono nelle aree più povere del pianeta, come l’Africa, dove vengono sfruttati in prevalenza per l’agricoltura (il 70%), in piccola parte nel settore industriale e in quello minerario, ma anche nei paesi del Nord del mondo in Asia, America, Europa e negli Stati Arabi. Negli ultimi anni la pandemia ha incrementato il problema nei paesi più poveri a causa dell’impoverimento delle famiglie e la chiusura delle scuole che rappresentano l’unica alternativa al lavoro. Una delle gravi conseguenze di tale situazione è infatti la mancanza di istruzione, circa un terzo dei bambini nel mondo non frequenta la scuola o deve lavorare al di fuori degli orari di lezione, con la conseguenza inevitabile di non riuscire a stare al passo con i compagni. La soluzione a questa tragedia sarebbe la lotta alla povertà che ne è la principale causa, ma anche la registrazione sistematica delle nascite, lo stanziamento di fondi per l’istruzione e condizioni di lavoro più dignitose con salari più alti per i genitori.