Commissione Ue, le raccomandazioni all’Italia: ridurre spesa corrente, riformare catasto, investire con fondi Ue

Bruxelles – La Commissione Ue nelle “raccomandazioni specifiche per paese” dedicate all”Italia, pubblicate oggi a Bruxelles nel pacchetto di primavera del “semestre europeo”, ha indicato gli obiettivi da raggiungere. L’Italia nel 2023 dovrà condurre una politica di bilancio “prudente”, mantenendo l’aumento della spesa pubblica sotto la crescita economica potenziale, e allo stesso tempo aumentare gli investimenti pubblici per la doppia transizione verde e digitale e per la sicurezza energetica, usando i fondi del Pnrr e altri fondi Ue, in particolare diversificando le importazioni di energia e aumentando le installazioni di impianti di rinnovabili. E vanno anche adeguati i valori catastali ai valori di mercato. La Commissione raccomanda che l’Italia “nel 2023 assicuri una politica di bilancio prudente, in particolare limitando la crescita della spesa corrente finanziata a livello nazionale al di sotto della crescita potenziale del Pil a medio termine”, che è stimata allo 0,4%, ma continuando comunque a fornire “un sostegno temporaneo e mirato alle famiglie e imprese più vulnerabili per gli aumenti dei prezzi dell’energia, e alle persone in fuga dall’Ucraina”. L’Italia dovrà inoltre essere “pronta ad adeguare la spesa corrente all’evolversi della situazione”, e ad “aumentare gli investimenti pubblici per la transizione verde e digitale e per la sicurezza energetica, utilizzando in particolare il dispositivo Rrf (il Fondo europeo di Recovery, ndr), ‘RePowerEU’ e altri fondi dell’Ue”. Per il periodo successivo al 2023, la Commissione raccomanda all’Italia una politica dei conti pubblici “volta a conseguire posizioni di bilancio prudenti a medio termine e a garantire una credibile e graduale riduzione del debito e la sostenibilità del bilancio nel medio termine attraverso un graduale consolidamento, investimenti e riforme”. L’Esecutivo Ue raccomanda inoltre di “ridurre ulteriormente le imposte sul lavoro e aumentare l’efficienza del sistema”, e, a questo fine, di “adottare e attuare in modo appropriato la legge delega sulla riforma tributaria, in particolare con una revisione efficace delle aliquote fiscali marginali, l’allineamento dei valori catastali ai valori correnti di mercato, la razionalizzazione e riduzione della spesa fiscale, anche per l’Iva, e dei sussidi dannosi per l’ambiente, garantendo nel contempo l’equità e riducendo la complessità del sistema fiscale”. La Commissione sollecita quindi l’Italia a “procedere all’attuazione del proprio piano di ripresa e resilienza, in linea con gli obiettivi e le tappe intermedie inclusi nella decisione di esecuzione del Consiglio del 13 luglio 2021”. Si raccomanda anche di “concludere rapidamente i negoziati con la Commissione per la documentazione relativa al periodo di programmazione 2021-2027 della politica di coesione in vista dell’avvio della sua attuazione”. L’ultima parte delle raccomandazioni è dedicata all’energia. La Commissione sollecita l’Italia a “ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e diversificare l’importazione di energia”, a “superare le strozzature” nella rete di distribuzione “per aumentare la capacità di trasmissione interna del gas”, e poi a “sviluppare le interconnessioni elettriche, accelerare l’installazione di capacità aggiuntiva di fonti rinnovabili e adottare misure per aumentare l’efficienza energetica e per promuovere la mobilità sostenibile”. Il livello di attuazione di queste raccomandazioni sarà uno degli elementi che verranno considerati dalla Commissione quando, nell’autunno del 2022 e poi tra un anno, nella primavera 2023, valuterà aprire eventuali procedure per deficit eccessivo, ha precisato il vicepresidente esecutivo della Commissione, Valdis Dombrovskis, durante la conferenza stampa di presentazione del pacchetto, oggi a Bruxelles. In particolare, riguardo all’aggiornamento dei valori catastali, Dombrovskis ha ricordato che la Commissione da tempo raccomanda “una politica fiscale che sposti il peso della tassazione dal lavoro verso basi imponibili che vadano meno a detrimento della crescita”. Il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, ha però precisato che sollecitare l’aggiornamento catastale, in sé, “non rappresenta una richiesta di aumento delle tasse” sulla casa, né “la reintroduzione della tassa sulla prima casa”. Un’altra fonte qualificata della Commissione ha confermato oggi questo punto, precisando che in Grecia, ad esempio, la rivalutazione catastale con l’allineamento ai valori di mercato è stata da poco completata, e le tasse sulla casa sono state ridotte, non aumentate. La stessa fonte ha poi puntualizzato che la riforma del catasto non fa parte delle raccomandazioni specifiche per paese che sono state prese in conto dalla Commissione per verificare il rispetto degli obiettivi e le tappe intermedie previsti nel Pnrr italiano, e non è dunque una condizione per l’esborso dei fondi Ue.