La Corte dei Conti mette sotto controllo la Citta metropolitana

La Corte dei Conti mette sotto controllo la Citta metropolitana

Milano – Una capacità di riscuotere multe e tributi drammaticamente bassa, che oscilla tra il 5 e il 32 per cento di quanto dovrebbe entrare nelle casse. La rinegoziazione di due mutui che darà un po’ di respiro immediato (la rata sarà più bassa), ma che nel complesso avrà un costo aggiuntivo di 11 milioni. La cessione delle quote della Brebemi che ha provocato una perdita secca di quasi due milioni. E vecchi contratti derivati, risalenti agli anni Duemila, che come sanguisughe continuano a drenare decine di milioni l’anno dal bilancio.  In una relazione di 43 pagine, pubblicata qualche giorno fa e rilanciata dal Corriere Della Sera, i magistrati della sezione regionale di controllo della Corte dei conti accertano le pesanti criticità e gli squilibri nei bilanci della Città metropolitana di Milano. E a partire dall’analisi sugli anni 2016-2019, al termine di un confronto con l’ente pubblico sulla situazione economica aggiornata all’attualità, oltre all’invito a intervenire su cinque punti specifici, i «controllori» trasmettono alla Procura contabile gli approfondimenti su contratti derivati e cessione delle quote Brebemi perché verifichino se esiste un danno erariale.  Nel 2020 «Aleatica Sau», società di un grande fondo internazionale che investe in infrastrutture, acquisisce da Intesa San Paolo il controllo di «Autostrade lombarde Spa», la società che ha in pancia l’autostrada Brebemi. La Città metropolitana di Milano ha ancora in eredità della ex Provincia una piccola quota del capitale (poco più dello 0,6 per cento), che in bilancio ha un valore di 3 milioni e 125 mila euro. Con decreto del sindaco del 10 giugno 2021, quelle azioni vengono cedute al socio di maggioranza per 1 milione 270 mila euro, dunque con una «minusvalenza» di circa un milione 855 mila euro. Alla base della cessione c’è solo un’indicazione di massima in una delibera del Consiglio metropolitano sulla necessità di dismettere le partecipazioni. Di fronte alla Corte dei conti, nei mesi scorsi la Città metropolitana (il cui sindaco «per legge» è Giuseppe Sala) ha sostenuto di aver provato a dismettere la partecipazione sia attraverso offerte di vendita andate però deserte, sia attraverso procedure legali che sono però state bloccate dal Tribunale civile.