Bonomi (Confindustria): Def troppo ottimistico, no aumento costo del lavoro

Roma – “Il quadro macroeconomico del Def che delinea una crescita tendenziale del Pil al 2,9% nel 2022 basato su una contrazione dello 0,5% nel primo trimestre, una ripresa nel secondo e nel corso dei mesi estivi un ritorno a una crescita a ritmi sostenuti, appare ottimistico e sembra non cogliere le straordinarie difficoltà dell’attuale situazione”. Così il presidente di Confindustria Carlo Bonomi in audizione sul Def presso le Commissioni riunite Bilancio di Camera. “Riteniamo sia indispensabile partire dalla sterilizzazione degli aumenti dei prezzi di gas e petrolio per imprese e famiglie da inquadrare in una risposta di sistema, un patto a tre con Governo e sindacati. Perche’ se non si interviene sui rincari, le imprese saranno costrette a fermarsi, e questo comportera’ inevitabili costi sociali”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, sottolineando che “il momento richiede responsabilita’ e spirito di coesione” e “si tratterebbe di ripartire dall’ultimo accordo interconfederale del 2018”. “Non è possibile chiedere alle imprese, che si stanno già fermando per gli aumenti dei costi degli input, anche un aumento del costo del lavoro. È, invece, ancora più opportuno, proprio in questo quadro, un intervento sul costo del lavoro. Non basta alleggerire il prelievo fiscale, come è stato fatto con l’ultima legge di bilancio, ma bisogna anche intervenire sul costo del lavoro”. Così il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in audizione sul Def. “Credo che prima di arrivare allo scostamento di bilancio bisognerebbe vedere le risorse che gia’ oggi abbiamo a disposizione. Pensare a fare ulteriore debito, con i tassi in crescita, potrebbe essere problema”.