UE, energia: piano per l’autonomia e sostegno imprese

Bruxelles – Eliminare la dipendenza Ue dal gas russo prima del 2030, arrivando a sostituire già i due terzi delle attuali importazioni russe (ovvero poco più di 100 miliardi di metri cubi di gas) entro un anno. Lo prevede una proposta di piano per rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi prima del 2030, a cominciare dal gas, alla luce dell’invasione russa di Ucraina, approvata dalla Commissione Ue. Il piano – denominato REPowerEu – è basato su due pilastri: diversificazione dell’approvvigionamento di gas, tramite gas naturale liquefatto (gnl), importazioni più elevate tramite gasdotti da fornitori non russi e maggiori volumi di biometano e rinnovabili e importazione di idrogeno; riduzione più rapida dell’uso di combustibili fossili nelle nostre case, edifici, industrie e sistema elettrico, aumentando l’efficienza energetica, aumentando le energie rinnovabili e l’elettrificazione e affrontando i colli di bottiglia delle infrastrutture. In termini di cifre, secondo le stime della Commissione, l’Ue potrebbe importare dai suou partner fino a 50 miliardi di metri cubi di gnl in più all’anno. Dal biometano potrebbero arrivare fino a 35 miliardi di metri cubi entro il 2030, raddoppiando l’attuale ambizione dell’Ue. L’idrogeno potrebbe raggiungere Ulteriori 15 milioni di tonnellate così da sostituire 25-50 miliardi di metri cubi all’anno di gas russo importato entro il 2030 (10 mt di idrogeno rinnovabile importato e 5 metri in più di idrogeno rinnovabile prodotto in Europa). La comunicazione incoraggia un’introduzione accelerata di pompe di calore solari, eoliche e di calore. A giugno una nuova comunicazione dedicata al solare punterà a a sbloccarne il potenziale proponendo anche di implementare 10 milioni di pompe di calore nei prossimi cinque anni per aiutare le famiglie europee che riducono la loro dipendenza dal gas e abbassano le bollette energetiche. (La Commissione europea evidenzia inoltre come con la piena attuazione del pacchetto clima, il cosiddetto Fit for 55, il consumo annuale dell’Ue di energia fossile si ridurrebbe del 30%, ovvero di 100 miliardi di metri cubi (bcm) entro il 2030. Con i provvedimenti del piano REPowerEu, la Commissione stima una riduzione graduale di almeno 155 miliardi di metri cubi di gas fossile, ovvero l’equivalente del volume importato dalla Russia nel 2021. Quasi i due terzi di questa riduzione (dunque poco più di 100 miliardi di metri cubi di gas), secondo la Commissione, può essere raggiunto entro un anno, ponendo fine all’eccessiva dipendenza dell’Ue da un unico fornitore. La Commissione collaborerà con gli Stati membri per individuare i progetti più adatti per soddisfare questi obiettivi, basandosi sull’ampio lavoro già svolto con i Piani di ripresa e resilienza nazionali. La Commissione europea potrebbe decidere di varare un nuovo quadro temporaneo per gli aiuti di Stato per la concessione degli aiuti alle imprese colpite dalla crisi, in particolare quelle che devono far fronte a costi energetici elevati. Questa una delle azioni contenuta nella comunicazione approvata dalla Commissione Ue, per far fronte all’ulteriore aumento dei prezzi dell’energia innescato dalla guarra in Ucraina e per sganciare l’Ue dalla dipendenza verso la Russia. La Commissione lancerà quindi una consultazione rivolta agli Stati membri. “Le norme dell’Ue sugli aiuti di Stato offrono anche agli Stati membri opzioni per fornire sostegno a breve termine alle aziende interessate dai prezzi elevati dell’energia e contribuiscono a ridurre la loro esposizione alla volatilità del prezzo dell’energia nel medio-lungo periodo”, sostiene la Commissione. La stessa comunicazione conferma quanto già previsto dalla cassetta degli attrezzi (toolbox) di ottobre, ovvero la possibilità per gli Stati membri di regolare i prezzi in circostanze eccezionali e di ridistribuire a favore delle fasce più colpite della popolazione le entrate derivanti dai profitti del settore energetico elevato e dallo scambio di quote di emissioni. Entro aprile la Commissione Ue presenterà una proposta legislativa per portare le riserve sotterranee di gas dell’Ue ad almeno il 90% entro il 1° ottobre di ogni anno. Questa una delle azioni contenuta nella comunicazione approvata dalla Commissione Ue, per far fronte all’ulteriore aumento dei prezzi dell’energia innescato dalla guerra in Ucraina e per sganciare l’Ue dalla dipendenza verso la Russia. La proposta – spiega la Commissione in una nota -, comporterebbe il monitoraggio e l’applicazione dei livelli di riempimento e costruirebbe accordi di solidarietà tra Stati membri. Per far fronte all’aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia, la Commissione esaminerà tutte le possibili misure di emergenza per limitare l’effetto contagio dei prezzi del gas sui prezzi dell’energia elettrica, come ad esempio limiti di prezzo temporanei. Questa una delle azioni contenuta nella comunicazione approvata dalla Commissione Ue, per far fronte all’ulteriore aumento dei prezzi dell’energia innescato dalla guarra in Ucraina e per sganciare l’Ue dalla dipendenza verso la Russia. La Commissione Ue valuterà anche opzioni per ottimizzare la progettazione del mercato elettrico tenendo conto della relazione finale dell’Agenzia dell’Ue per la cooperazione tra i regolatori dell’energia (Acer) su vantaggi e svantaggi di meccanismi di tariffazione alternativi per mantenere l’elettricità a prezzi accessibili, senza interruzioni della fornitura e ulteriori investimenti nella transizione verde.