Pagano (Cgil Lombardia) a Cuoreconomico: serve una politica industriale ad alto valore aggiunto

Milano – La Lombardia è uno dei motori dell’economia italiana. Ci sono vari nodi da sciogliere dal punto di vista del modello di sviluppo, dell’investimento delle risorse e dell’aspetto dell’occupazione. Alessandro Pagano, segretario Cgil Lombardia, ne ha parlato a Cuoreconomico. Internazionalizzazione, sostenibilità, digitalizzazione e territorio saranno i temi del prossimo Glocal economic forum Esg89 di fine novembre a Roma. Abbiamo volutamente inserito il territorio come fattore vincente e strutturale per la ripartenza del Paese. Come sta reagendo la Lombardia? “La Lombardia è indubbiamente in rapido recupero rispetto allo stop conseguente alle restrizioni del 2020, legate all’emergenza sanitaria. Al di là del trend di crescita 2021 che si attesta al di sopra della media nazionale, rimane alto il divario da recuperare. Le stime ufficiali confermano che non ci sarà un ritorno ai livelli prepandemia prima di metà 2022. Va detto che la situazione non era comunque particolarmente brillante nei periodi precedenti la pandemia. Sia a livello congiunturale che al livello strutturale”. Verso che modello di sviluppo dovrebbe andare la Lombardia anche per garantire occupazione? “Da tempo la Lombardia ha perso il passo delle altre regioni europee alle quali è di solito paragonata. Soprattutto dal punto di vista di una specializzazione produttiva in costante e preoccupante tendenza verso attività a minor valore aggiunto e a relativamente basso contenuto tecnologico. Per fare un esempio: l’apporto di stimoli e incentivi dovuto alle risorse di Industria 4.0 ha certamente spinto gli investimenti in Lombardia. Gli stessi sono però andati prevalentemente verso l’innovazione di processo con l’effetto di migliorare complessivamente l’efficienza di sistema ma attraverso scarsi incrementi di contenuto tecnologico nei prodotti e con un largo trasferimento di valore verso l’importazione. Gli effetti più duraturi e strutturali sono stati registrati in quei sistemi industriali (in primis Germania e Stati Uniti ma con una crescita anche della Cina) in grado di esportare tecnologie e che hanno per questa ragione, beneficiato maggiormente e in prospettiva, delle risorse spese anche in Italia e, in particolare, in Lombardia”.