Sicurezza per chi lavora in periferia: aggredita e violentata mentre andava al San Raffaele

San Raffaele
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Sicurezza per chi lavora in periferia: aggredita e violentata mentre andava al San Raffaele

Milano – La violenza subita da una lavoratrice che si recava al San Raffaele, una ragazza italo-sudamericana di 25 anni che lavora da anni per un’azienda esterna all’ospedale, ha messo al centro dell’attenzione la sicurezza di chi va al lavoro nelle zone periferiche della città. Il violentatore, un 31enne egiziano arrivato a Lampedusa lo scorso 11 maggio richiedente asilo, è stato fermato dalla polizia. L’aggressione è avvenuta il 9 agosto, a due passi dall’ingresso dell’ospedale, lungo un sentiero dove passano i dipendenti che arrivano da Cascina Gobba. Era l’alba e la giovane arrivava dalla stazione della metro verde: il servizio navetta a pagamento che porta i dipendenti era sospeso (dal 9 al 15 e il 22 e 29 agosto, ndr), così, il modo più rapido per raggiungere l’ospedale a quell’ora era imboccare lo sterrato e fare la strada a piedi. La scorciatoia parte dal retro della stazione del metrò, passa attraverso l’ingresso pedonale del parcheggio Gobba e prosegue tra sterpaglie e immondizia. In quel punto, alle sei di mattina, la ragazza è stata aggredita e violentata. Arrivata poi al San Raffaele la vittima ha denunciato il fatto. Lungo quella scorciatoie si sono verificate altre aggressioni. Ora chi lavora al San Raffaele è preoccupato e si aspetta un intervento per rendere più sicura la zona a tutte le ore.