8 marzo, artigiane senza età: 79 aziende guidate da over 80

8 marzo, artigiane senza età: 79 aziende guidate da over 80

Milano – Lavorano spesso in prima persona, gestiscono i conti, insegnano ai più giovani, fatturano e non perdono uno spillo. Sono le 79 imprenditrici artigiane over 80, titolari di ditte individuali ancora attive tra il milanese e la Brianza secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di Unione Artigiani su dati Infocamere. Le pantere grigie artigiane – 41 a Milano, 24 nell’area metropolitana e 14 nella Provincia di Monza – sono operative nei campi più diversi: da quelli più tradizionali femminili come lavanderie, sartoria e abbigliamento, bigiotteria e gioielli, parrucchiere ed estetista ma non mancano torniture, aziende metalmeccaniche e del settore plastica. “Ci sono alcune imprenditrici storiche, al timone dell’azienda di famiglia da generazioni. Altre che per le più diverse ragioni si sono caricate della responsabilità della titolarità dell’azienda per dare una mano ai famigliari, con i quali hanno condiviso l’impegno diretto nella gestione dell’impresa – osserva il Segretario Generale di Unione Artigiani Marco Accornero – La stragrande maggioranza, secondo i dati, non ha dipendenti: segno che ancora resistono sul mercato, con i costi limati all’indispensabile.” Il dato principale è che i numeri sono straordinariamente stabili, come già rilevato per le ditte maschili. Nel 2020 a Milano città, quelle guidate da donne, sono calate in un anno di forte crisi di sole 37 unità (attive 4077, con un -0,9%) e di solo 2 nel resto dell’area metropolitana milanese (5450 ancora operative, -0,04%). In Provincia MB il saldo complessivo registra solo 17 ditte in rosa in meno, con 2658 imprese ancora sulla breccia (-0,64%). Trasversale, dal punto di vista geografico, il calo delle ditte individuali italiane femminili del tessile-abbigliamento che perdono in anno quasi 100 aziende mentre crescono seppure di poco quelle guidata da straniere nello stesso settore. E proprio il secondo dato importante è la crescita sempre più rilevante delle artigiane straniere: oggi sono 3369, il 28% del totale, il 2,87% in più del 2019 nell’area MI+MB. Precisamente 1545 a Milano Città, 1328 nell’Area metropolitana, 498 in Provincia di Monza. Il quadrante cittadino milanese che registra il maggior numero di artigiane straniere è quello nord-est mentre in Brianza una imprenditrice proveniente da fuori Italia su quattro si trova a Monza e nei comuni immediatamente limitrofi. Le donne col più spiccato senso degli affari sono le asiatiche, a partire dalla cinesi. È intestata a loro, mediamente, un’azienda artigiana individuale straniera su tre, seguite dalle europee, in particolare dall’Est con una progressiva crescita delle partite Iva africane che stanno competendo con le sudamericane. Presenti le artigiane nordamericane (57 a MI e Provincia, 14 in MB), mosche bianche le imprenditrici provenienti dal continente australiano (3 a Mi e Provincia, 1 in MB). Le 40/60enni e oltre, sia italiane che straniere ovviamente, dal punto di vista numerico sono in prima fila, con un incremento delle seconde più marcato che si è tradotto nella nascita di nuove imprese dedicate alla cura delle persone e delle pulizie. Diverse invece, in Brianza, le donne italiane che si sono impegnate nel settore Legno-Arredo e artistico con 24 nuove imprese in più nate proprio lo scorso anno. Stabile anche il numero di attività imprenditoriali di giovanissime, 19-29 anni, che rappresentano il 6% di tutto il settore. Parla la Signora Gina, l’artigiana più anziana della Brianza in attività a 88 anni. “Io dirigo, da 44 anni. Mio marito è quello che va dai clienti. Per le cose tecniche chieda a lui, il resto è roba mia.” Gina Coser, classe 33, è la titolare della Mischi di Monza, settore trattamento acque, ed è anche la più anziana tesserata di Unione Artigiani. È appena tornata dalla vaccinazione. Il tempo di un piatto di pasta ed è già al posto di comando. Risoluta come sempre. Pugno di ferro in guanto di velluto. “Guido ancora, lo sa? Mi hanno appena rinnovato la patente”. “Sono originaria di Firenze – racconta la Signora Gina – dopo gli studi ho fatto l’assistente per 10 anni alla Sede della Stampa Estera a Roma. Erano gli anni della Dolce Vita, del boom economico. Avevo poco più di vent’anni. Conoscevo tutti i grandi personaggi di allora, un periodo indimenticabile. Poi ho incontrato l’uomo che è diventato mio marito e l’ho seguito nei suoi vari spostamenti di lavoro, fino a quando abbiamo scelto di fermarci a Monza. Lui ha 88 anni come me ma è ancora un tecnico espertissimo, sempre sul pezzo e lavora ancora in giro per l’Italia. Ha fatto per tanti anni il dirigente d’impresa, poi nel 1977 ci siamo messi in proprio. Abbiamo deciso che io sarei stata la responsabile legale dell’azienda perché così potevo curare tutti gli aspetti contabili e organizzativi, gestire i dipendenti, mentre lui poteva andare dai clienti senza l’assillo delle carte. È andata bene fino ad oggi e siamo in salute. I figli? Hanno scelto altre strade. Quest’anno, forse, chiudiamo ma dobbiamo ancora decidere. Posso dire che siamo un po’ stufi?”.