Filcams Cgil Lombardia: Legacoop Lombardia, dignità del lavoro, questa sconosciuta

Milano – “Mai avremmo pensato di poter scrivere quanto segue. Ma sappiamo che il mondo è cambiato e sta cambiando ancora”. Così la Filcams Cgil Lombardia, che spiega: “Legacoop Lombardia nel corso di questo autunno ha dichiarato la riorganizzazione del proprio staff, che ha comportato l’annuncio alla parte sindacale, e anche direttamente ai dipendenti stessi, di un esubero di 7 persone sulle 20 circa che compongono l’organico attuale”. “Legacoop Lombardia ha dichiarato subito che si sarebbe adoperata per la ricollocazione di queste persone. ed ha mantenuto il suo impegno… c’è un però. Al momento della verifica su quali sarebbero state le ricollocazioni abbiamo scoperto che ponevano, guarda caso, quelle condizioni che peggioravano la prestazione lavorativa. Per fare un esempio: un part-time con orario fisso con prestazione solo al mattino si è sentito proporre un part-time con turnazione di orario. È una piccola variazione? crediamo proprio di no. Perché quella persona ha quel regime di orario di lavoro che serve per organizzare il resto della giornata per la cura dei propri figli. Se non ne avesse avuto bisogno avrebbe magari già avuto un altro regime di orario di lavoro”. “Abbiamo parlato di persone, finora. Nello specifico parliamo di donne. Da 7 sono diventate 6 le donne in esubero (pare che 1 sia stata “recuperata”). All’interno di questo gruppo di donne, alcune di loro sono mamme con figli piccoli a carico, altre sono donne monoreddito con figli a carico, altre sono donne che matureranno fra qualche tempo i requisiti pensionistici”. “C’è una “discrasia” tra quello che viene promosso da Legacoop Lombardia, in fatto di iniziative per i propri aderenti, e quello che poi realizza all’interno del proprio organico. quindi è questa l’idea di una Legacoop del terzo millennio? Certo che muovendosi così dà un bell’esempio alle sue associate …” “Ora, dopo le prime proposte di ricollocazione, dobbiamo ringraziare che sia stata data una alternativa lavorativa, oppure possiamo chiedere che venga rispettato il criterio di avere una dignità del lavoro? Sono lavoratrici che hanno una discreta anzianità aziendale, che hanno svolto i loro compiti con professionalità e impegno (sia in fatto di qualità che di quantità del lavoro), e che adesso siccome non servono più agli scopi allora fuori!” “Ci sono scelte che si possono fare, è importante conoscere che quelle scelte avranno delle conseguenze. Una di queste, per cominciare, è che sottoporremo questa vertenza alla Consigliera Regionale Lombarda delle Pari Opportunità e di conseguenza andremo a interpellare anche il relativo ministero. Non sarà un Natale sereno nelle case di queste 6 lavoratrici”.