Commercio, rimbalza export lombardo (+17,9%) ma perde rispetto al 2019

Milano – Il valore delle esportazioni originate dalla Lombardia sale a poco più di 28 miliardi di euro, livello paragonabile al terzo trimestre 2017. La ripresa delle attività nei mesi estivi, non solo in Italia ma anche all’estero, ha consentito la ripresa degli scambi con l’estero dopo il crollo nei mesi interessati dal lockdown. ”I segnali positivi dell’attività produttiva lombarda nel terzo trimestre sono confermati dalla ripresa degli scambi con l’estero – commenta il Presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio – con un rimbalzo congiunturale che interessa tutte le provincie e la maggior parte dei prodotti. Nel confronto su base annua il recupero non consente ancora di recuperare il terreno perso nel primo semestre, ad eccezione dei prodotti alimentari”. Il quadro complessivo per le principali regioni manifatturiere del nord vede un forte incremento congiunturale delle esportazioni a partire da Piemonte (+32,7%), Veneto (+25,3%), ed Emilia Romagna (+23,2%) con la Lombardia al 17,9%. Questi risultati positivi spiegano assieme più di due terzi del rimbalzo dell’export italiano (+24,1%). Il quadro tendenziale rimane invece ancora negativo ma rispetto allo scorso trimestre la contrazione si riduce notevolmente passando da -28,5% a -4,9% a livello nazionale e da -27,3% a -7,9% per la Lombardia. In Lombardia i prodotti alimentari registrano non solo il rimbalzo congiunturale, ma anche un incremento tendenziale (+1,6%); per le altre classi di prodotto si registra un miglioramento tendenziale ma i risultati complessivi sono ancora negativi. Perdite contenute per computer, apparecchi elettronici e ottici (-4,9%), per i macchinari e apparecchi vari (-5,1%) e gli articoli in gomma e plastica (-6,2%). Contrazioni più consistenti si rilevano per metalli di base e prodotti in metallo (-8,0%), articoli farmaceutici (-8,0% dopo l’exploit di inizio anno quando segnava +64,1%) e l’aggregato degli altri prodotti (-9,7%) in prevalenza mobili con una quota pari al 52,5%. Contrazioni ancora a doppia cifra per le sostanze e i prodotti chimici (-10,0%), i mezzi di trasporto (-10,1%) e i prodotti tessili, pelli e calzature (-11,9%).