Roma – Parlando, durante l’audizioneinl Senato di Federalberghi, il direttore generale Alessandro Massimo Nucara ha sottolineato la situazione del comparto nella stagione dell’emergenza sanitaria. “In Italia, la pandemia ha colpito duro sulle imprese ricettive e termali. L’ISTAT ha certificato, per il periodo da gennaio a luglio, un calo delle presenze turistiche del 62,5%. La situazione è purtroppo destinata ad aggravarsi nelle prossime settimane, per effetto delle recenti misure di contenimento che hanno ridotto al lumicino la vita sociale. Andiamo incontro ad una situazione molto simile a quella del lockdown primaverile, quando si è verificato un calo del 91% delle presenze negli esercizi ricettivi italiani. L’ISTAT ne aveva rilevato 81 milioni nel trimestre marzo ‐ maggio 2019, sono crollate a 7,3 milioni nel corrispondente periodo del 2020. Il concorso di questi elementi ci induce a stimare che il 2020 chiuderà con una perdita di 244 milioni di pernottamenti, più della metà di quelli che c’erano stati nel 2019. Per non parlare poi del giro d’affari: mancano all’appello soprattutto i turisti stranieri, che sono fatalmente anche quelli che spendono di più. L’ISTAT ha rilevato che nei primi sette mesi del 2020 le presenze straniere sono state meno di un quarto rispetto a quelle del 2019. Lo stesso ente ha anche registrato una flessione senza precedenti nel settore dei servizi dell’alloggio e della ristorazione: il fatturato nel secondo trimestre del 2020 ha perso il 62,6% rispetto al primo trimestre e il 71,4% rispetto al secondo trimestre 2019. Nel settore dell’alloggio, il calo tendenziale del fatturato è dell’88,3%. Molte attività sono rimaste chiuse a lungo e molte sono ancora chiuse. Il settore ricettivo è senza dubbio uno dei più colpiti, se non il più colpito in assoluto”. Sul versante dei ristori, Federalberghi chiede “di fissare il parametro di calcolo almeno al 200%, come previsto per la gran parte delle imprese del settore turismo e di riferire l’indennizzo ad un periodo più ampio. Segnaliamo inoltre la necessità di elevare il tetto di 150.000 euro, che risulta incapiente per le aziende di maggiori dimensioni”. Le aziende alberghiere chiedono “un intervento in materia di locazioni degli immobili alberghieri, al fine di bloccare o quanto meno disincentivare, per un periodo di tempo limitato, la risoluzione dei contratti di locazione in caso di mancato pagamento dei canoni, in considerazione dell’oggettiva impossibilità ad adempiere determinata dalla gravissima crisi economica”. Secondo Federalberghi sarà opportuno rilanciare l’attività turistica e l’occasione è utile per tornare a chiedere che eventuali risorse residue vengano investite all’interno del perimetro turistico ricettivo, che ne costituisce la destinazione originaria”.