Confagricoltura, si vendemmia facendo i conti con manodopera, giacenze e mercato

Roma – Superato Ferragosto, entra nel vivo la vendemmia: dopo la Sicilia e la Franciacorta – le prime regioni a staccare i grappoli – nel resto d’Italia la raccolta inizia in questi giorni. Le operazioni in alcune zone si presentano non agevoli a causa della carenza di manodopera: l’emergenza sanitaria incide sull’arrivo degli addetti dall’estero, in particolare dalla Romania. Confagricoltura evidenzia che i lavoratori stagionali coinvolti nel comparto vitivinicolo sono 180 mila e rappresentano il 20 per cento del totale delle assunzioni in agricoltura. Per la quarantena imposta a chi arriva dalla Romania e dalla Bulgaria, molte aziende vitivinicole, in prevalenza del Nord Italia, che ricorrono da tempo agli operai dell’Est Europa, si trovano in difficolta’. E raramente, per le caratteristiche dei vigneti, riescono a sopperire con la vendemmia meccanica, come avviene piu’ spesso nel Centro e Sud Italia. A questa carenza di manodopera si aggiungono le difficolta’ per la mancanza di strumenti legislativi snelli per le assunzioni brevi, piu’ volte sollecitati dagli imprenditori agricoli. l settore, intanto, fa i conti con le giacenze: al 29 luglio la cantina Italia aveva 42 milioni di ettolitri di vino, il 4,8 per cento in piu’ di vini Dop rispetto allo scorso anno e il 5,2 per cento in meno di vini entry level (fonte: ICQRF). Questo perche’ la grande distribuzione ha sempre continuato a funzionare, anche durante il lockdown, mentre il canale Ho.Re.Ca., dove vengono consumati piu’ vini a denominazione, si e’ fermato. In assoluto, le giacenze sono in aumento dell’1,8 per cento rispetto al 31 luglio 2019. “Un aumento generale limitato, ma che fa riflettere – afferma il presidente della Federazione Vino di Confagricoltura, Federico Castellucci – anche in merito agli incentivi alla distillazione, poco utilizzati in Italia e prevalentemente in Puglia e nelle Marche. Probabilmente la misura, benche’ suggerita da buoni propositi, non e’ stata abbastanza accattivante per i produttori italiani, che hanno preferito non utilizzarla, affidandosi alla lenta ripresa del mercato per smaltire le giacenze”. E proprio sul fronte mercato, “i primi segnali positivi – continua Castellucci – si vedono nelle citta’ turistiche e balneari, dove in questo periodo di vacanza i viaggiatori, soprattutto italiani, stanno ricominciando a consumare. Soffrono tuttavia le grandi citta’: Milano e Roma, ad esempio, non hanno avuto l’afflusso turistico degli anni scorsi, pertanto le piazze sono ferme”. Confagricoltura ricorda che il canale Ho.Re.Ca. assorbe il 55 per cento del valore del comparto vino, che in Italia, nel 2019, era di 13 miliardi di euro. “Qualche incoraggiamento – conclude il presidente della Federazione Vino di Confagricoltura – l’abbiamo dall’e-commerce, in crescita di quasi il 150 per cento, ma si tratta di valori ancora molto esigui”.