PoliMi per il ponte Genova San Giorgio

PoliMi per il ponte Genova San Giorgio

Milano – Anche il Politecnico di Milano ha fornito il proprio contributo alla realizzazione del nuovo Ponte Genova San Giorgio sul torrente Polcevera, verificando la sicurezza e la funzionalità degli appoggi installati nella struttura. “I ponti tendono naturalmente a muoversi per effetto degli assestamenti della struttura, delle dilatazioni termiche dei materiali e delle azioni trasmesse dal traffico. Per questo motivo, nei ponti vengono inseriti dei particolari componenti, come gli appoggi e i giunti di dilatazione, che permettono alla struttura di compiere questi movimenti “fisiologici” esercitando quindi un ruolo fondamentale per garantire la durabilità dell’opera” spiega il Prof. Virginio Quaglini, Responsabile Scientifico del Laboratorio Prove Materiali, Strutture e Costruzioni del Politecnico. Nello specifico i giunti di dilatazione permettono i movimenti relativi tra i vari impalcati costituenti la struttura, garantendo allo stesso tempo la continuità necessaria per l’opera viaria, mentre gli appoggi vengono inseriti tra l’impalcato e le pile, evitando la nascita di gravose sollecitazioni a carico di queste ultime. Nel caso del Ponte Genova San Giorgio gli appoggi sono stati progettati anche per funzionare come dispositivi di protezione sismica: in caso di terremoto l’impalcato viene separato dalle pile e può oscillare a bassa frequenza, con il moto tipico di un pendolo, riducendo in tal modo le accelerazioni strutturali. Tutti questi dispositivi con finalità strutturale, fabbricati in conformità alle norme europee del settore, secondo la normativa vigente devono essere sottoposti preliminarmente a prove di qualificazione e accettazione che ne verifichino la corrispondenza alle specifiche e permettano di valutarne la corretta funzionalità. Il Laboratorio Prove Materiali Strutture e Costruzioni del Politecnico di Milano è stato pertanto incaricato, in qualità di Laboratorio Ufficiale ai sensi dell’art. 59 del D.P.R. 380/2001, dell’esecuzione delle prove di qualificazione e di accettazione degli appoggi e dei giunti di dilatazione destinati ad essere installati sul nuovo ponte sul Polcevera. Gli apparecchi di appoggio del Ponte Genova San Giorgio sono costituiti da speciali cuscinetti sferici in grado di scivolare, come delle “saponette”, su uno speciale materiale termoplastico a basso coefficiente di attrito. Su questo materiale il Laboratorio del Politecnico, ha condotto una prova di resistenza all’usura, simulando un percorso totale di scivolamento di oltre 50 km, corrispondenti approssimativamente a 50 anni di operatività, con temperature comprese tra -35°C e + 80°C. La grande quantità di attività di sperimentazione, gli stretti tempi dettati dalle esigenze di apertura del Ponte e la situazione generale di emergenza post-lockdown, hanno richiesto l’impiego di molte delle competenze e delle risorse del Laboratorio, sia tecniche sia umane. L’entità e la varietà delle sperimentazioni hanno infatti spaziato dalle analisi a infrarossi e calorimetriche su materiali degli appoggi e dei giunti di dilatazione e alla determinazione delle loro caratteristiche meccanico-fisiche, alla misura del grado di dielettricità su dispositivi di vincolo strutturale noti come chiavi di taglio, fino alla determinazione delle proprietà dei lubrificanti utilizzati nei dispositivi, oltre ovviamente alle prove funzionali sui dispositivi in scala reale. Sugli apparecchi di appoggio sono state condotte prove di qualificazione, di accettazione e funzionali. “Per la prima volta in Europa si sono raggiunti in laboratorio carichi di compressione dell’ordine delle 8.000 tonnellate su dispositivi con diametro di quasi due metri” sottolinea l’Ing. Daniele Cuminetti, Responsabile del settore “Sperimentazione e Certificazione di Appoggi Strutturali” del Laboratorio stesso e che ha condotto le attività di prova, “e – continua Cuminetti – sono state condotte prove con carichi biassiali per valutare il funzionamento degli appoggi in combinazione con dispositivi a fusibile in condizioni controllate”.