Case popolari, Sicet e Cisl Lombardia: vittoria di civiltà la sentenza del Tribunale di Milano contro discriminazione

Milano – E sono tre! Per la terza volta la Regione Lombardia viene condannata a rimuovere norme specifiche sull’accesso alle case popolari perché incostituzionali e/o discriminatorie. L’ultima è quella del Tribunale di Milano che in data 27 luglio u.s. ha ordinato alla Regione di modificare immediatamente il Regolamento 4/2017 delle assegnazioni, sia nella parte relativa alla residenza quinquennale (già dichiarata incostituzionale dalla Corte nell’ambito dello stesso procedimento), sia nella parte che pone in carico ai soli cittadini stranieri la presentazione di documentazione sull’impossidenza immobiliare, estendo tale condizione anche a quelli titolari di permesso umanitario, protezione internazionale o altri “casi speciali”. “Ora la Regione dovrà obbligatoriamente cambiare le norme regolamentari per l’accesso alle case popolari, nel senso indicato da Tribunale e dalla Corte Costituzionale – sottolineano Cisl e Sicet Lombardia – e dare indicazione ai Comuni e alle Aler di richiamare tutti i nuclei familiari esclusi a causa delle norme eliminate e ricollocarli nelle graduatorie con il punteggio relativo”. “Oltre a ciò, molti degli esclusi potrebbero agire nei confronti della Pubblica Amministrazione per chiedere il risarcimento di eventuali danni provocati dalla eventuale mancata assegnazione – proseguono – . Per dare un peso specifico alla disfatta regionale basterebbe andare a riprendere le dichiarazioni compiaciute dell’assessore Bolognini e del Presidente Fontana, in sede di approvazione e presentazione del Regolamento 4/2017, su quelli che erano i capisaldi del nuovo modello lombardo dell’edilizia popolare: alla prova dei fatti si sono tutti dissolti perché illegittimi o, più semplicemente, inapplicabili alla realtà”. “Dovremmo ribadire, certo con poca modestia, che quanto sta accadendo l’avevamo previsto e detto in ogni sede regionale e istituzionale, rimanendo inascoltati – aggiungono – . Spiace che molti Comuni, anche importanti, non abbiano sentito nel tempo la necessità di contrastare, pur avendone la competenza e la necessità, le sciagurate scelte regionali, ma le abbiano accettate supinamente e, qualche volta, anche condivise”. Ora ciò che serve, secondo Cisl e Sicet Lombardia, è che Regione Lombardia prenda finalmente atto del fallimento delle sue politiche e inizi un confronto serio con il Sindacato per riformare integralmente la legislazione regionale sull’edilizia residenziale pubblica e, più in generale, sulla casa e rispondere a una domanda sociale di alloggi che coinvolge decine di migliaia di cittadini.