OMCeO “dice no” a medici di serie A e serie B

OMCeO “dice no” a medici di serie A e serie B

Milano – Ad essere sotto i riflettori nelle ultime ore sono i Medici che hanno scelto la libera professione in extramoenia, che hanno un contratto libero-professionale nel pubblico o nel privato accreditato o, ancora, che sono specializzandi, e che conseguentemente sono stati esclusi dall’assegnazione delle premialità, concesse come riconoscimento sociale verso l’importantissimo e defatigante lavoro svolto durante la pandemia del Covid-19, pagando così a caro prezzo un diritto esercitato (per coloro che hanno optato per l’extramoenia) e che oggi sembra invece essere una colpa. “È naturale chiedersi: quanto e perché la spontanea ed individuale scelta della tipologia contrattuale può limitare la libertà degli operatori sanitari, rappresentando una discriminante così come sta avvenendo in Lombardia nelle ultime settimane? La risposta alla domanda appena evidenziata dovrebbe essere “nulla”” afferma Roberto Carlo Rossi, Presidente dell’OMCeO di Milano, proseguendo: “Al contrario purtroppo, all’atto pratico, abbiamo registrato un netto ed evidente divario tra gli operatori sanitari dipendenti delle strutture pubbliche che non hanno optato per l’extramoenia e coloro che hanno liberamente fatto differenti scelte lavorative. Di questo ingiusto trattamento riservato ai medici che sono stati costretti a turni di lavoro massacranti ed esposti ad un contagio potenzialmente letale, al pari di coloro che hanno scelto un rapporto di lavoro esclusivo, rimane ignota la causa, dunque le strade percorribili restano due: o viene giustificata permettendo così un confronto su motivazioni concrete ed esplicite, oppure va rimossa equiparando i livelli delle figure professionali, tertium non datur!”. La questione non è marginale, infatti sono numerosi gli operatori sanitari che hanno richiesto l’intervento dell’Ordine dei Medici di Milano in quanto hanno appreso con sgomento di esser stati esclusi dall’assegnazione dei premi da parte di Regione Lombardia per l’impegno e la dedizione con cui hanno affrontato il Covid-19. La libera scelta di una particolare tipologia di contratto di lavoro, così come il fatto di essere ancora specializzandi, magari anche a causa dell’imbuto formativo che ormai da anni il Sistema Sanitario Nazionale è chiamato a risolvere, non può essere in alcun modo la discriminante per la mancata assegnazione di un riconoscimento tanto importante. La forma contrattuale di lavoro infatti non è indice dell’impegno che gli ottimi medici e operatori sanitari hanno impiegato in questo difficilissimo periodo. “In quanto Presidente dell’OMCeO, e perciò rappresentante e portavoce di tutti i medici milanesi, non soltanto di una parte di essi, mi sento in dovere di sollecitare un intervento a livello regionale da parte dell’assessorato al Welfare, per sanare nel più breve tempo possibile questa ingiusta disparità di trattamento” conclude Rossi, auspicando in una rapidissima soluzione del problema, che invece rischia di generare una classificazione di medici di serie A e di serie B.