Coronavirus, Locatelli: non abbiamo evidenza che virus si sia indebolito, ma carica virale è più bassa

Milano – “Per definire un eventuale indebolimento del virus dovremmo avere evidenza, dal sequenziamento di ceppi virali, che sono stati isolati che vi è stata la presenza di mutazione che in qualche modo ha ridotto il potere di aggressione del virus. Non abbiamo affatto queste evidenze. È invece vero che si è ridotto sia il numero di soggetti che vengono contagiati, sia la gravità delle manifestazioni cliniche, ma questo fa riferimento a quella che si chiama la carica virale, cioè il numero di copie di Coronavirus che alberga in un soggetto che si è infettato. Allora mettendo insieme la riduzione del numero di contagiati, il fatto che usiamo dei dispositivi di protezione individuale, il fatto che in generale vi è una sorta di circolo, per cui quanto è più bassa la carica infettante tanto più bassa lo sarà anche in chi si infetta, abbiamo l’evidenza del perché fortunatamente oggi i malati che afferiscono alle strutture ospedaliere sono significativamente meno gravi”. Così a Timeline, su Sky TG24, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli. “Ci sono pubblicazioni scientifiche – prosegue Locatelli – che documentano che anche in soggetti asintomatici la carica virale sia significativamente elevata e quindi i soggetti asintomatici certamente hanno la possibilità di infettare. Poi è chiaro che tendenzialmente la carica virale è più elevata nei soggetti sintomatici, e quindi è maggiore la potenzialità di trasmettere il virus, ma questo non vuol dire che gli asintomatici non possano trasmettere l’infezione”.