Affitti, Cisl e Sicet Lombardia: su 23 mln contributi a famiglie, Regione fa confusione

Milano – Non è la prima volta che l’assessore Bolognini loda la Giunta Lombarda (e se stesso) per la sensibilità dimostrata nelle misure a sostegno a favore delle famiglie andate in crisi nel pagare l’affitto a seguito del lockdown. Su questo tema sono state comunicate misure regionali specifiche e stanziamenti, anche di una certa entità, che hanno avuto una grande risonanza mediatica, ma una ridottissima efficacia sociale, soprattutto negli obbiettivi dichiarati. Sicet e Cisl Lombardia ritengono opportuno fare un po’ di chiarezza sia sulle risorse, sia sulla loro reale destinazione. Dei 23 milioni previsti per il sostegno all’affitto la Regione non ha messo nemmeno un euro, perché si tratta della ripartizione dei fondi integrativi nazionali previsti dall’art 32 comma 1 del “Decreto Rilancio” per un totale di 140 milioni.
Lo stesso si potrebbe sostanzialmente dire per i 43 milioni stanziati con misure regionali precedenti per le quali sono state recuperate risorse nazionali, in gran parte, e regionali, in piccola parte, non spese tra il 2016 e il 2019. Tutte queste risorse, comprese quelle precedenti, non vanno a sostenere le famiglie che si sono trovate in difficoltà economica a seguito dell’emergenza sanitaria, poiché i redditi di riferimento per potere accedere al beneficio sono quelli dell’anno 2018 e 2019. Il contributo massimo di 1.500 euro, valido indistintamente su tutto il territorio regionale, oltre ad essere oggettivamente esiguo e in sé insufficiente, risulta del tutto irrazionale e squilibrato in rapporto alla notevole oscillazione dei canoni rilevabili nelle molteplici realtà territoriali. Ne consegue che, soprattutto nelle grandi città, il contributo non copre tutto il debito e, quindi, il locatore potrà azionare comunque lo sfratto per morosità. Il contributo è erogato direttamente al proprietario con un suo diretto intervento e obbligatorio nella procedura. Questo è stato uno dei motivi di maggiore criticità nei bandi degli anni precedenti. Le procedure di accesso e i tempi di erogazione dei contributi sono del tutto sfasati in rapporto ai tempi reali in cui maturano le difficoltà economiche dei nuclei familiari. Va quindi detto con estrema chiarezza che questi provvedimenti non rivestono carattere di eccezionalità né per le finalità, né per l’entità delle risorse messe a disposizione, totalmente insufficienti a garantire la copertura del fabbisogno, né per le modalità di accesso e i tempi di erogazione dell’eventuale contributo che, in questo frangente, sono invece un fattore decisivo ed essenziale. Ciò che serve nell’immediato, invece, è, in aggiunta agli impegno ordinari già assunti, la costituzione di un Fondo Straordinario Regionale di almeno 40 milioni di euro (ad integrazione delle risorse attivate da un Fondo Nazionale da destinare alle Regioni avente le medesime finalità) per il sostegno degli inquilini in difficoltà nel pagamento dei canoni di locazione a seguito di una riduzione del reddito personale e/o familiare collegata all’emergenza sanitaria in corso e ai relativi provvedimenti assunti per il contenimento del contagio, che abbia le seguenti peculiarità: 1) intervenga su un periodo temporale circoscritto (ad es. gennaio/agosto 2020), eventualmente prorogabile in relazione all’andamento dell’emergenza sanitaria; 2) sia esteso a tutti i titolari di contratto di locazione nel territorio lombardo in possesso dei requisiti di accesso predefiniti (ad es. limite reddituale, condizione di difficoltà economica sopravvenuta, proporzione del contributo in relazione all’ammontare del canone, ecc.) da autocertificarsi in via provvisoria; 3) sia immediatamente accessibile attraverso una domanda online su una piattaforma regionale unica per tutto il territorio lombardo, senza la necessità di un apposito bando comunale; 4) preveda l’erogazione del contributo in tempi brevi e in modalità che possano risolvere in modo efficace il contenzioso conduttore-locatore; 5) affidi al Comune ove è ubicato l’alloggio la verifica dei requisiti auto-certificati dal conduttore e, eventualmente, il reale utilizzo del contributo per le finalità previste.