Appalti pubblici: sindacati, semplificare nel rispetto della legalità e del lavoro

Appalti pubblici: sindacati, semplificare nel rispetto della legalità e del lavoro

Roma – In questa seconda fase il Governo deve prioritariamente sostenere politiche e interventi per dare uno slancio effettivo alla ripartenza delle attività produttive; altrimenti si rischia una nuova e pericolosa recessione, se non un vero e proprio tracollo economico e sociale del Paese. Occorre non perdere ulteriore tempo: le risorse finanziarie ci sono, e pure ingenti, per centinaia di miliardi di euro, provenienti dai Fondi europei e dalle scorse Leggi di Bilancio, da impiegare nei settori che più si prestano ad essere da traino nel campo delle opere pubbliche e dei servizi. In particolare nel campo delle opere pubbliche bisogna metterle a disposizione il più velocemente possibile, cantierizzando i lavori sia a livello nazionale per le grandi opere strategiche, come le infrastrutture stradali e ferroviarie, i porti e gli aeroporti, sia in modo capillare sui territori per quanto riguarda le opere minori, coinvolgendo gli enti locali: dalla manutenzione del territorio, al recupero urbano, all’edilizia pubblica. Chiediamo perciò che il Governo nel prossimo decreto individui procedure e strumenti per realizzare quei miglioramenti del Codice che in particolare nella fase iniziale delle autorizzazioni allungano i tempi di indizione delle gare e di aggiudicazione. Una strategia di sburocratizzazione e di velocizzazione da perseguire salvaguardando in modo imprescindibile un principio: la gestione corretta degli appalti in un contesto di trasparenza e di legalità, senza inseguire le sirene della deregolamentazione e del “liberi tutti”, di chi vorrebbe utilizzare l’emergenza per dare un colpo mortale al Codice degli appalti pubblici. Strade già percorse e fallimentari, che hanno prodotto sprechi ingentissimi di risorse pubbliche e che hanno alimentato corruzione e mafie, determinando conseguenze devastanti sul piano delle tutele e della salvaguardia dei diritti dei lavoratori. Lo sostengono i segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil, Giuseppe Massafra,Andrea Cuccello e Tiziana Bocchi