Covid 19, fase 2, Cgil, Cisl, Uil: favorire occupazione femminile e minori

Milano – Servono strumenti e misure sperimentali per rispondere ai bisogni di socialità ed educazione di bambini e ragazzi, ai bisogni delle famiglie e per sostenere l’impegno di conciliazione dei genitori che lavorano. Occorre evitare che gli impegni di cura scoraggino ulteriormente la partecipazione delle donne al mercato del lavoro lombardo: il tasso di occupazione femminile è pari al 60,4 %, oltre 15 punti percentuali sotto quello maschile (76,5%). Per queste ragioni Cgil, Cisl e Uil Lombardia stanno sollecitando da tempo Regione Lombardia perché attivi con urgenza un confronto, anche con il coinvolgimento della rappresentanza dei Comuni e del Terzo Settore, che consenta di affrontare la complessità dei temi, per questo periodo estivo oltre che in vista della ripresa dell’attività scolastica. I sindacati ritengono che a problemi complessi occorre dare risposte articolate. Non è più possibile proseguire con interventi frammentati e limitati. “Dopo che il Dpcm del 17 maggio 2020 ha emanato le linee guida per la gestione in sicurezza per la riapertura dei Centri Estivi – scrivono Cgil, Cisl e Uil Lombardia in una nota inviata agli assessori Piani, Rizzoli e Bolognini – chiediamo urgentemente a Regione Lombardia di definire risorse ed un piano di sostegni alle famiglie, a partire dai bisogni dei bambini e degli adolescenti”. “La sospensione di tutti i servizi socio-educativi e di istruzione di ogni ordine e grado, a cui è seguita una parziale riorganizzazione con la didattica a distanza – proseguono i sindacati nella nota -, rischia di aggravare ulteriormente la condizione di povertà educativa e diseguaglianza dei minori in condizione di fragilità, senza contare gli effetti relativi alla dispersione e abbandono scolastico”. Da qui la richiesta ai tre assessori di avviare un confronto per valutare strumenti e misure sperimentali per rispondere ai bisogni di socialità ed educazione di bambini e ragazzi, ai bisogni delle famiglie e per sostenere l’impegno di conciliazione dei genitori che lavorano.