Roma – Stato e Pubblica Amministrazione, “è fin troppo facile criticarli. Ma a noi imprenditori non interessa criticarli, vogliamo contribuire a cambiarli a fondo, in maniera strutturale”, dice il leader degli industriali che, di questa fase di emergenza, critica l’accalcarsi di “un’infinita’ di fonti normative che hanno prodotto nuove regole in migliaia di pagine, tra decreti legge, Dpcm, linee guida, circolari applicative, interpretazioni prefettizie, ordinanze regionali e comunali”. Riconosce che il suo invito a cambiare strategia, lanciato al Governo nelle scorse settimane, e’ stato ascoltato, ha avuto un primo riscontro: “Solo ora, su nostra richiesta, lo Stato ha imboccato quella che sin dall’inizio era la via piu’ rapida e naturale per sostenere impresa e lavoro: non prorogare i pagamenti ma abbuonare le tasse, come avverra’ per l’Irap. Non se ne esce, senza mutare radicalmente questo modo di procedere”. Servono riforme “per uno Stato equilibrato nelle competenze, non antagoniste tra centro e autonomie; con un fisco che sia leva di crescita, non ostacolo al suo procedere; con un welfare concentrato davvero su chi ha meno e su giovani, donne e famiglie, lavoratori a minor reddito e quelli da riorientare al lavoro. Proprio quei soggetti lasciati ai margini da una spesa sociale complessiva, che e’ si’ sulla media europea, ma terribilmente squilibrata da molti punti di Pil in piu’ destinati alla previdenza”. E “riforme di questa portata”, avverte Carlo Bonomi, “vanno inquadrate in un credibile programma di riduzione strutturale del maxi debito pubblico italiano, che ha continuato e continuera’ a renderci il Paese Ue piu’ esposto ai venti di ogni crisi. Ma – teme il neo presidente di Confindustria – di questo la politica italiana continua a non volerne sentir parlare”. “Quando la Banca centrale europea iniziera’ il rientro dei suoi acquisti straordinari sui mercati, un eccezionale sostegno all’Italia, senza che l’Italia abbia gia’ definito un credibile rientro del nostro debito, quel giorno sara’ una catastrofe per il Paese”, avverte ancora: “Alla prossima legge di bilancio occorrera’ dunque un credibile piano di rientro del debito a cui vincolare il sostegno europeo per continuare a ricevere gli ingenti investimenti di cui l’Italia avra’ bisogno per anni. Ingenti risorse, che la Ue sta mettendo a disposizione e che vanno usate”. Bonomi si sofferma ancora anche sul “forte pregiudizio anti imprese” nuovamente “avvertito” in questi mesi: “Daremo la miglior risposta con il nostro Piano Strategico 2030/50, che presenteremo alle istituzioni, alla politica e a tutte le forze della societa’ civile il prossimo autunno, prima della legge di bilancio”, dice. Indichera’ una strada “per riprendere la via degli investimenti senza i quali non c’e’ futuro, due sono i caposaldi: la ripresa e il potenziamento di Industria 4.0 e l’affiancamento di analoghi incentivi per Fintech 4.0., rilanciando”. Un piano che chiedera’ “alla politica di raddoppiare gli investimenti pubblici che essa ha tagliato negli anni privilegiando la spesa corrente”. Ed agli imprenditori Bonomi chiede “da oggi stesso uno sforzo di dedizione assoluta”.