Fase 2, l’alimentazione: le proposte degli esperti dell’Osservatorio Grana Padano

Desenzano del Garda (Bs) – Dopo il lockdown, per riprendersi è importante ridurre l’aumento della massa adiposa, seguire una dieta che migliori le difese immunitarie, fare attività fisica. Tanto più che l’obesità è riconosciuta come una delle principali cause di gravi complicazioni in caso di contagio da Coronavirus. Gli esperti dell’Osservatorio Grana Padano consigliano di assumere: frutta e verdura, sazianti, ma a bassa densità calorica, e ricche in vitamina; fonti proteiche, quali il pesce azzurro, ricco in grassi omega 3; legumi e uova, che contengono zinco e ferro; derivati del latte, come i formaggi stagionati, ricchi di calcio e antiossidanti come zinco, selenio e vitamina A e B12, oltre a proteine ad elevato valore biologico; latte fermentato, idoneo anche per i bambini, perché rafforza le difese con duplice meccanismo, cioè integrando la vitamina D e implementando l’apporto di probiotici; cereali integrali che apportano carboidrati complessi a ridotto indice glicemico e vitamine del gruppo B. Sarà anche importante fare attività fisica, senza esagerare, tra i 150 e i 300 minuti a settimana tra aerobica a bassa e media intensità ed esercizi di rinforzo muscolare; per i bambini il minimo di attività fisica come giochi di movimento è una ora al giorno. Per ottimizzare le funzioni del sistema immunitario sono importanti le vitamine C, E, A, D e i minerali antiossidanti zinco e selenio. Questi micronutrienti sono indispensabili al normale lavoro difensivo svolto dal sistema immunitario in particolare le vitamine C e D. Sebbene non sia dimostrato un effetto terapeutico diretto nei confronti delle infezioni, la loro carenza può ridurre l’efficienza difensiva del nostro sistema immunitario.  La raccomandazione è valida anche per i bambini: le evidenze scientifiche disponibili suggeriscono, infatti, che vitamina C e vitamina D possano contribuire alla difesa dalle infezioni virali che interessano le vie respiratorie.  E’ importante che questi nutrienti siano assunti con il cibo e che vi sia anche un’esposizione al sole sufficiente per la produzione di vitamina D. “Va sottolineato ancora una volta – ha dichiarato Claudio Maffeis, Professore di Pediatria all’Università di Verona – quanto sia rilevante contenere la quota di grassi, che favorisce l’aumento del grado d’infiammazione, e aumentare quella di frutta e verdura, che la riduce”. L’aumento di tessuto adiposo, inoltre, può creare complicanze in caso di contagio da Covid, come ha ricordato la Dott.ssa Michela Barichella, Presidente di Brain and Malnutrition: “E’ importante quello che mangiamo, ma anche quanto mangiamo. I dati epidemiologici mostrano una relazione diretta tra l’aumento dell’indice di massa corporea (BMI) e il rischio di gravi complicanze in caso di infezione da Covid-19. L’accumulo di tessuto adiposo favorisce, infatti, uno stato infiammatorio cronico, che si aggrava in caso d’infezione sistemica”.