Confindustria, enorme perdita Pil nel semestre: -10%

Roma – Sarà “enorme la perdita di Pil nella prima meta’ del 2020” stima il centro studi di Confindustria: una “caduta cumulata dei primi due trimestri del -10% circa”. “Il Covid-19 affossa il Pil” poi una “risalita lenta”: ipotizzando un “superamento della fase acuta dell’emergenza a fine maggio” conferma la stima di un -6% per il 2020. Ma “solo i prossimi mesi diranno” se in queste ipotesi c’e’ “realismo o eccessivo ottimismo”. Per il 2021 e’ atteso un “parziale recupero”: un rimbalzo del +3,5%.Il Centro studi Confindustria avverte: “bisogna agire immediatamente”, con interventi “massivi” in una misura che oggi “nessuno conosce”, “sia su scala nazionale che europea”. “Le istituzioni Ue sono all’ultima chiamata per dimostrare di essere all’altezza”. “Solo mettendo in sicurezza i cittadini e le imprese la recessione attuale potra’ non tramutarsi in una depressione economica prolungata”, “aumento drammatico della disoccupazione”, “crollo del benessere sociale”. Nel 2020 si registrera’ un indebitamento del 5% del Pil e il debito salira’ al 147% “per l’effetto congiunto dell’ampliamento del deficit legato all’emergenza COVID-19 e della caduta del Pil nominale (-5,2%)”. “I settori identificati come ‘essenziali’, per i quali e’ consentito proseguire l’attivita’” dopo lo stop al sistema produttivo deciso dal Governo per l’emergenza coronavirus, “generano circa il 60% del valore aggiunto e della produzione nazionali”, stima il Csc, il centro studi di Confindustria. Sono settori che “danno lavoro a circa il 70% degli occupati (17,3 milioni) e coinvolgono il 44% delle imprese (circa 1,9 milioni)”. “Ogni settimana in piu’ di blocco normativo delle attivita’ produttive, secondo i parametri attuali, potrebbe costare una percentuale ulteriore di prodotto interno lordo dell’ordine di almeno lo 0,75%”. Lo calcola il centro studi di Confindustria. Confindustria riconosce “lo sforzo compiuto dal Governo”, con il primo Dl di misure a sostegno delle imprese, ribadendo che “e’ tuttavia chiaro che occorre rafforzare massicciamente la diga a difesa della nostra economia, anche con strumenti innovativi”. Gli economisti del Centro studi di via dell’Astronomia, nel rapporto sulle previsioni economiche, indicano come “cruciale che si definisca fin d’ora il quadro delle prossime azioni, necessarie per restituire fiducia a famiglie e imprese, rispetto a un percorso di salvaguardia del sistema produttivo da un evento cosi’ profondamente negativo”. “Il nostro Paese – viene sottolineato – deve muoversi subito, con una ingente dotazione di risorse volte a generare effetti positivi per tutte le imprese italiane. Attivando un flusso di liquidita’ che consenta di diluire nel lungo termine l’impatto della crisi per le imprese, senza appesantire eccessivamente il debito pubblico”. Il CSC stima che, se le nuove misure in cantiere fossero analoghe a quelle del primo intervento e finanziate integralmente con risorse europee, si potrebbe avere un minor calo del Pil in Italia nel 2020 per circa 0,5 punti, senza impatti sul deficit pubblico”.