Airbnb, il Comune vuole contenere gli affitti brevi

Milano – l tema degli affitti brevi turistici (Airbnb) è tornato d’attualità a Milano. Secondo Pierfrancesco Maran (assessore all’Urbanistica) e Roberta Guaineri (al Turismo), varie città importanti d’Italia, da Roma a Firenze, da Venezia a Milano a Napoli, vogliono parlare con il governo nazionale per porre un limite al numero di giorni destinati agli affitti brevi. Un provvedimento che in Europa è già stato preso in diverse città: a Londra non si può affittare per più di 90 giorni, ad Amsterdam per più di 30. Pena lo snaturamento dei centri storici. Un altro provvedimento che gli assessori milanesi chiedono è il codice identificativo da assegnare a chiunque affitti un appartamento, per fare emergere il “nero”. I numeri parlano di 600 mila alloggi complessivi di cui 100 mila in affitto e 15 mila in affitto breve, in aumento. “Negli ultimi dieci anni – spiega l’assessore Maran – le compravendite immobiliari per investimento sono passate dal 10 al 20% del totale, e molte hanno poi optato per affitti turistici”. Maran ammette anche che va affrontato il tema delle scarse garanzie per chi sceglie di affittare a lungo termine. “Quello che serve – afferma – è ricostruire un legame di fiducia coi proprietari di case che consenta di affittare con tranquillità sia col vecchio 4+4 sia magari con formule più moderne tipo 3+2 o anche semestrali e annuali”. Ma come? “La tutela non può essere, come oggi, solo sul versante dell’inquilino moroso ma lo Stato deve avere la giusta attenzione anche per il proprietario”, spiega l’assessore.