Roma – Svolta (non certo positiva) nella procedura di passaggio degli ipermercati da Auchan a Conad. Dal gruppo Margherita arriva la richiesta di cassa integrazione per il 60% della forza lavoro, 5.323 dipendenti su un totale nazionale di 8.873. Una doccia fredda per i sindacati che emerge dalla comunicazione che il gruppo ha inviato ai rappresentanti dei lavoratori e al ministero. Segnali preoccupanti in vista dell’incontro di domani, 14 febbraio) a Roma. L’ipotesi di un ‘Piano di salvaguardia di lavoro’ è stata prospettata ieri a Filcams, Fisascat, Uiltucs Uil e Ugl terziario, oltre che al ministero del Lavoro, dal gruppo Margherita distribuzione, acquisito, coi suoi 109 punti vendita in tutta Italia, il 1° agosto scorso da Coop e Wrm Group tramite la Bdc Italia spa. Con l’acquisizione del gruppo francese in grave crisi, il consorzio con base a Bologna è diventato il numero uno della grande distribuzione in Italia. La società si dice pronta a trattare, ma intende chiedere la riduzione dell’orario di lavoro, in base alle esigenze dei singoli punti vendita (quelli potenzialmente interessati alla cigs sono una sessantina) e manifesta la disponibilità ad attivare percorsi di ricollocazione professionale per i dipendenti. “Ad oggi manca ancora chiarezza sul piano industriale di rilancio di un’azienda che continua a perdere fatturato senza alcun investimento se non la sorpresa sulla richiesta di Conad di collocare i dipendenti in cassa intestazione – afferma Nella Milazzo, segretaria generale di Filcams Cgil Sardegna, dove sono coinvolti 435 dipendenti dei 725 totali delle Città mercato di Cagliari, di Olbia e di Sassari –. Non vorremmo che la cassa integrazione prevista per tutto il 2020 sia l’anticamera di licenziamenti nel 2021”.