Unione Artigiani: coronavirus, effetti negativi sulle imprese cinesi

Milano – Parrucchieri ed estetica: sono 1409 in Lombardia su 3753 in Italia le imprese con titolare cinese nei settori acconciature, estetica, centri per il benessere. Pesano il 7% in regione sulle ditte del settore, pari a 20 mila ditte attive, e il 3% in Italia.  Crescono le imprese cinesi in Lombardia, + 8% in un anno e + 65% in cinque anni. In Italia + 10% in un anno e +73% in cinque anni. Emerge da una elaborazione dell’Ufficio Studi dell’Unione Artigiani su dati del registro imprese forniti della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. Primi in Italia per titolari cinesi nel settore: Milano con 817 ditte, + 8% in un anno e + 64% in cinque anni; Roma con 277; Torino con 200; Firenze, Genova, Bologna, Brescia, Monza e Varese con circa cento. Per Marco Accornero, segretario generale dell’Unione Artigiani e membro di giunta della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi: “Le attività di imprenditori cinesi nei settori estetici e tra i parrucchieri, per la maggior parte sono ditte individuali, sono in forte crescita in cinque anni e Milano traina nel settore. Anche attraverso queste imprese, se esercitate in modo lecito rispettando norme, leggi e regolamenti, a Milano si creano rapporti con i paesi d’origine e nuove interessanti occasioni di business e culturali, oltre a fornire servizi legati alla cura della persona sempre più richiesti. Purtroppo in questi giorni cresce l’allarme per l’emergenza del coronavirus che si sta propagando dalla Cina. C’è un’elevata allerta, che però sta avendo un effetto non sempre giustificato sui comportamenti quotidiani. Si rischia infatti di vedere un impatto negativo sul business della componente cinese della nostra economia. In particolare, anche nel settore acconciature-estetica si comincia ad avere la percezione di un minor afflusso di clientela nei centri gestiti da addetti cinesi, del tutto immotivato ma frutto della psicosi che sta dilagando a fronte della paura di una pandemia”.