Asili Nido, Bolognini (Regione): “Aiutiamo i Comuni a migliorare l’offerta per le famiglie”

Asili Nido, Bolognini (Regione): “Aiutiamo i Comuni a migliorare l’offerta per le famiglie”

Milano – “Il valore educativo degli asili nido e l’utilità di sviluppare un sistema educativo integrato sono da sempre il punto di vista e la preoccupazione di Regione Lombardia”. Lo ha detto l’assessore  alle Politiche Sociali, abitative e Disabilità della Regione Lombardia, Stefano Bolognini, a margine ai lavori del Consiglio regionale. “In questo momento – ha aggiunto Bolognini – abbiamo ritenuto di introdurre elementi migliorativi rispetto alle precedenti delibere, al fine di consentire ai comuni e ai gestori di organizzare servizi più flessibili, coerenti ai bisogni espressi dalle famiglie. In questa direzione guarda la novità introdotta con la conferma del rapporto 1/8 tra educatori e bambini, che non dovrà più essere parametrato sui bambini iscritti, ma sui presenti. Questo sistema rende chiaro e inequivocabile, anche in termini di sicurezza nei confronti dei bambini, il sistema organizzativo dei nidi. Inoltre, sarà anche agevolata la verifica del rispetto dei criteri da parte delle ATS, fino ad ora resa complicata dalle diverse interpretazioni adottate dai gestori”. “Riguardo alla figura dei volontari, che affiancano gli educatori con mera funzione di supporto – ha spiegato Bolognini – esprimo meraviglia e perplessità rispetto alle affermazioni fatte dalle opposizioni. La figura del volontario, peraltro già prevista dalla Delibera 7633/2017, richiede il possesso di titoli di studio specifici, l’iscrizione ad un ente del terzo settore, lo svolgimento della propria prestazione in modo non occasionale il tutto inserito, sulla base di uno specifico programma, fortemente coerente con il progetto educativo del nido. Può essere anche volontario della leva civica o operatore volontario del Servizio Civile Universale. La qualità di volontario è incompatibile con qualsiasi forma di lavoro subordinato o autonomo e viene fatto obbligo all’ente gestore di sottoscrivere un apposito atto per definire, oltre che ai termini generali della collaborazione, il rapporto sussistente tra l’ente e il volontario, il ruolo, le modalità e gli orari con cui viene svolta l’attività da parte del volontario, nonché la durata di collaborazione. Non si tratta di aprire le porte ‘a chiunque’, come affermato da qualche consigliere, ma di valorizzare il ruolo del volontariato come strumento di solidarietà sociale e di concorso autonomo al conseguimento dei fini istituzionali”. “Il calendario scolastico, passato da 47 settimane a 205 giorni, è stato modificato anche sulla base di specifiche richieste avanzate dai gestori e relative alle difficoltà emerse nel calcolo delle settimane di apertura del servizio. Costruire un calendario che prevede almeno 205 giorni di servizio consente ampio margine di azione all’ente gestore, che in questo modo può organizzare il servizio sulla base delle esigenze delle famiglie e della propria organizzazione. Non sussiste nessuna penalizzazione nemmeno dall’applicazione di questo parametro: non porterà, infatti, all’irrigidimento del servizio, ma consentirà, nel rispetto dei parametri educatore/bambino, di rispondere alle esigenze delle famiglie in tema di conciliazione dei tempi della vita e del lavoro (per esempio mesi estivi e sabato)”. “Devo evidenziare che molte delle critiche emerse in commissione oggi, durante l’audizione delle parti sindacali e di Anci – ha concluso Bolognini – sono per la maggior parte risultate prive di valore e, per alcuni aspetti, lontane dall’esigenza di soddisfare i bisogni delle famiglie. Ho trovato alcune affermazioni paragonabili più a spot elettorali e alcune prese di posizione possono essere viste più come tutele sindacali che affermazioni di diritti dei bambini e delle famiglie. L’attenzione dovrebbe essere invece spostata su quelle realtà come la città di Milano, dove l’amministrazione non è in grado di accogliere tutta la domanda espressa per il servizio dei nidi e che, di fatto, ha determinato una lista d’attesa davvero significativa, non più accettabile”