Lombardia: firmato da vicepresidente Sala e Gallera Protocollo prevenzione Epatite C

Lombardia: firmato da vicepresidente Sala e Gallera Protocollo prevenzione Epatite C (1)

Monza – Un programma di informazione sul tema dell’Epatite C attraverso il coinvolgimento diretto delle donne e degli uomini delle Forze dell’ordine e dei Vigili del Fuoco, che potranno sottoporsi  su base volontaristica a un rapido screening. E’ quanto prevede il Protocollo d’intesa siglato a Monza, nella sede dell’Associazione industriali, dal vicepresidente della Regione Lombardia Fabrizio Sala, dall’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, insieme al Prefetto di Monza Patrizia Palmisani, all’amministratore delegato di Cancro Primo Aiuto Flavio Ferrari, al presidente del Presidio territoriale di Monza di Assolombarda Andrea Dell’Orto, al direttore dell’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) della Brianza Silvano Casazza e ai vertici locali delle Forze dell’ordine e dei Vigili del Fuoco. L’intesa attua il progetto elaborato da Cancro Primo Aiuto (CPA) per un’azione di sensibilizzazione e informazione sull’HCV (Hepatitis C Virus) attraverso uno ‘screening’ rapido realizzato con l’esecuzione di test capillari per la rilevazione degli anticorpi (HCV-Ab) che coinvolge Forze di polizia e  Vigili del Fuoco della provincia di Monza Brianza (popolazione di pubblica sicurezza inclusa nel target di soggetti a rischio) e i loro familiari su base volontaristica. “Più volte all’interno di Cancro Primo Aiuto si è parlato di prevenzione – ha commentato il vicepresidente Sala – e l’idea di coinvolgere le Forze dell’ordine è geniale, perchè oltre ad essere più a contatto con i problemi quotidiani dei cittadino, sono rappresentanti delle istituzioni e per questo guardati come modello”.

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Monza – “Un’iniziativa importante – ha continuato – che aiuta concretamente anche noi, come Regione Lombardia, a svolgere azioni sempre più efficaci e puntuali a favore della tutela della salute dei cittadini”. “Oggi ci sono farmaci che consentono di guarire completamente da epatite C – ha sottolineato l’assessore Gallera – un grande risultato della sanità pubblica che offre ai cittadini lombardi cure che, fino a qualche anno fa, avevano costi inaccessibili per i pazienti colpiti da una malattia asintomatica e che si cronicizza,causando problemi epatici”. “Lavoriamo sui soggetti più a rischio nelle carceri lombarde – ha continuato – offriamo servizi di prevenzione anche attraverso i Sert, dato che la malattia si trasmette con il sangue ed anche attraverso i rapporti sessuali non protetti ma non riusciamo a fare screening per tutti. L’iniziativa di Cancro Primo Aiuto è fondamentale perchè offre l’opportunità di fare prevenzione a persone che, per lavoro, entrano in contatto quotidianamente con tanti soggetti e, in taluni casi, anche con feriti”. A questo scopo, Cancro Primo Aiuto, in collaborazione con le Forze di polizia ed i Vigili del Fuoco, organizzerà giornate dedicate allo ‘screening’ nell’arco di un anno presso il proprio ambulatorio ‘Medica Etica’ di Seregno ma anche presso le caserme di Polizia e Vigili del Fuoco, in presenza di personale medico e infermieristico offerto dall’asociazione CPA, che fornirà, ove richiesto, consulto all’esito del test.  Se il test è positivo sarà possibile attivare su richiesta dell’interessato il percorso ordinario di conferma della diagnosi e di inquadramento terapeutico con i centri di riferimento nella cura dell’epatite C con i quali Cancro Primo Aiuto ha  condiviso il progetto: Presidio Ospedaliero di Vimercate, Ospedale San Gerardo di Monza, Grande Ospedale Metropolitano Niguarda. L’Epatite C è una malattia infettiva che colpisce in primo luogo il fegato. La sua cronicizzazione può condurre fino alla cirrosi e al cancro al fegato. Oggi esistono terapie in grado eradicare il virus in poche settimane, e si sono rivelate efficaci al 95%senza effetti collaterali. Ad oggi sono stati trattati più di 200.000 pazienti ma secondo le stime sarebbero ancora oltre 200.000 le persone da sottoporre a screening. Elininare l’Epatite C dal nostro Paese è l’obiettivo fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità entro il 2030. “Il progetto presentato oggi – ha rimarcato il Prefetto di Monza Patrizia Palmisani – ha una duplice valenza positiva: in primo luogo per le Forze dell’ordine e i Vigili del fuoco, e i loro familiari,  ma anche per i cittadini che saranno informati da chi può vantare una rappresentanza capillare sul territorio. Questo è il primo caso del genere in Italia, una bella espressione di partenariato pubblico-sociale di questo territorio che da sempre ha una grande sensibilità verso l’associazionismo”.