Comune di Milano: approvato bilancio 2020-2022

Milano – L’equilibrio finanziario di Palazzo Marino è confermato anche per il triennio 2020-2022. La Giunta ha approvato il bilancio di previsione che ora è atteso in Consiglio Comunale per la discussione e l’approvazione finale. Per la parte corrente l’equilibrio è di 3,4 miliardi di euro mentre per la parte in conto capitale è di 3 miliardi di euro. “Anche quest’anno presentiamo al Consiglio Comunale i conti in ordine che certificano la salute dell’Ente – afferma l’assessore al Bilancio, Roberto Tasca -. Il buon lavoro operato dalla Giunta e dagli uffici ci consente di continuare l’opera di stabilizzazione della spesa e di contenimento del debito a parità di servizi erogati, nonostante l’impegno economico sempre più gravoso per sostenerli. Anche grazie all’opera di spending review delle direzioni e alle valorizzazioni del patrimonio immobiliare, il Comune può programmare maggiori investimenti nella manutenzione delle scuole e delle strade. E per la prima volta in questo mandato riusciamo anche ad alleggerire il peso fiscale alle fasce più deboli”. E’ infatti l’estensione dell’esenzione dell’addizionale Irpef la vera novità del bilancio di previsione. La fascia di esenzione sale da 21mila euro di imponibile a 23mila euro, a beneficio di circa 50mila cittadini milanesi. E’ una manovra che prevede anche interventi mirati sui servizi a domanda individuale per la disabilità e il raddoppio degli alloggi di edilizia residenziale pubblica da riservare agli indigenti. La Giunta punta anche ad ottimizzare l’apporto agli equilibri della spesa corrente da parte dei dividendi delle società partecipate (+ 144,4 milioni di euro, di cui 47,5 straordinari). Prosegue il lavoro di riduzione dello stock di debito e della relativa incidenza negli equilibri correnti. Continuerà, ove il Governo lo renderà possibile, la gestione attiva del debito, le nuove sottoscrizioni nei prossimi tre anni (150 milioni di euro) saranno inferiori a quanto rimborsato. Resta comunque alta la capacità di indebitamento dell’Ente (la percentuale dell’incidenza degli interessi sulle entrate correnti) che si ferma al 3,92%, molto al di sotto della soglia massima del 10%.