Una nuova legge sulla rappresentanza

Una nuova legge sulla rappresentanza

Roma – Le confederazioni sembrano essersi convinte della necessità di una legge sulla rappresentanza. D’accordo anche Pierangelo Albini, direttore dell’area lavoro e welfare di Confindustria: “L’accordo tra le parti, fortemente voluto, è un passo che risulterà decisivo se ci sarà la volontà politica di dare una soluzione a un problema che ci portiamo dietro dal 1948. Fino a un certo punto il nostro sistema giuridico è riuscito a garantire il rispetto dei contratti che venivano stipulati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative”. Oggi non è più così e proprio per questo “occorre intervenire se si vogliono salvare i contratti nazionali di lavoro che di fatto vivono un momento di grande crisi, anche se le organizzazioni che li hanno sempre stipulati continuano spesso ad andare avanti come se nulla fosse cambiato”. Per Confindustria una legge sulla rappresentanza avrebbe anche questo obiettivo importantissimo: mettere in sicurezza l’istituto del contratto collettivo nazionale dalla polverizzazione del sistema. La strada per Albini non è poi così complessa, le operazioni da fare sono essenzialmente due: “Definire il perimetro di applicazione del contratto e poi misurare la rappresentanza dentro quel perimetro: solo in questo modo si può stabilire quale degli accordi in quel perimetro è stato stipulato dalle organizzazioni che rappresentano la maggioranza dei lavoratori e delle imprese. Solo questo potrà essere preso, tra l’altro, a riferimento dall’ordinamento giuridico per concedere a chiunque rispetti quel contratto i benefici contributivi e fiscali concessi dallo Stato”.